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Vino, sui fondi Ue per la promozione si annuncia una guerra di ricorsi

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Vino, sui fondi Ue per la promozione si annuncia una guerra di ricorsi

Sulla promozione del vino con fondi Ue è tutti contro tutti e il bando 2016-17 per utilizzare i circa 30 milioni di euro di cofinanziamenti Ue della dotazione nazionale rischia di trasformarsi in una vera e propria miniera di ricorsi. Venerdì è stato infatti varato il decreto ministeriale che, dopo il vaglio sui requisiti effettuato dall’Agenzia per le erogazioni in agricoltura (Agea), rivoluziona la graduatoria dei beneficiari stilata in un primo momento da una commissione dello stesso ministero per le Politiche agricole.

Un provvedimento arrivato in zona Cesarini visto che il termine ultimo per la materiale stipula dei contratti con Agea era fissato per lo stesso giorno.
Tutto secondo le normali procedure? Non proprio. Anche perché tra le due verifiche sono intervenuti diversi ricorsi al Tar del Lazio e un primo giudizio da parte dei magistrati amministrativi.

Ma andiamo con ordine. La prima graduatoria Mipaaf aveva individuato 26 aziende ammissibili al contributo (il ministero gestisce direttamente un terzo dei 102 milioni assegnati ogni anno all’Italia per la promozione del vino mentre il resto è ripartito con bandi regionali) ma tra queste solo 16 sarebbero state finanziate. Da qui i ricorsi degli esclusi che contestavano alcune reti di impresa di nuova costituzione che hanno scalato la graduatoria grazie alle premialità riservate ai “nuovi beneficiari” anche se associavano aziende che già in passato avevano avuto accesso a queste misure di finanziamento. Il Tar del Lazio, lo scorso 11 ottobre, non ha sospeso la graduatoria contestata ma ha tuttavia ravvisato alcune criticità nella gestione della misura e ha rinviato il tutto al giudizio di merito previsto a marzo 2017.

Ma dove non è arrivato il Tar è arrivata Agea che ha effettuato una verifica approfondita dei requisiti dei beneficiari al termine della quale il ministero per le Politiche agricole - di fatto sconfessando se stesso - ha emanato il decreto che esclude ben 12 delle 16 aziende in un primo momento “promosse”, ne ammette sei nuove e riduce l’intera graduatoria del beneficiari a 10 nomi riducendo parallelamente anche il contributo impegnato dai circa 30 milioni della dotazione a poco più di 13.

Insomma dopo due anni spesi per individuare soluzioni in grado di garantire un utilizzo più efficace della dotazione di 30 milioni la misura della promozione, al primo banco di prova, ne lascia inutilizzati 17.

E il capitolo è tutt’altro che chiuso. Se l’ex leader della graduatoria e quindi il primo degli esclusi, la Ati Vinitaly International che rappresenta 70 cantine, preferisce non commentare la notizia di tutt’altro avviso i consorzi che nella classifica invalidata occupavano la seconda e la terza posizione ovvero “Italian Essence” ed “Experience Italy” che in una nota hanno fatto sapere di considerare «le motivazioni della esclusione nulle e pretestuose» e di voler «tutelare, difendere e sostenere, le buone ragioni del nostro operato tramite ricorsi».

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