Le flotte si stanno elettrificando ad un ritmo superiore a quello dell'intero mercato, in particolare con l'ibrido mentre l'elettrico fa un passo indietro e, salvo alcuni settori specifici di business, torna in posizione di attesa. I dati dell'Unrae dicono che nei primi 8 mesi di quest'anno l'immatricolato di ibrido è cresciuto del 50,4% raggiungendo l'1,9% di quota totale rispetto all'1,7% del 2015 e all'1,6% del 2014. Nel noleggio la progressione è stata più marcata, passando dallo 0,9% all'1,7% pareggiando quasi le società e portando la quota complessiva di ibrido a non privati in due anni dal 2,5% al 3,4%. L'elettrico invece frena (-26,3%) nei primi 8 mesi del 2016 e il noleggio, che nel 2014 assorbiva un terzo delle 1.132 unità immatricolate, oggi conta invece per il 52%. Si tratta ancora di piccoli numeri, comunque, rispetto al totale. Ma un trend green sembra lentamente prendere forma.
Anche l'Aniasa conferma queste tendenze. «Nei primi tre mesi l'ibrido ha fatto un balzo del 126% – afferma Pietro Teofilatto, direttore del settore noleggio a lungo termine all'interno dell'associazione di categoria – mentre l'elettrico ha perso il 50% perché c'è attesa per i prodotti, la rete e gli incentivi. Prevediamo che, su 220mila veicoli immatricolati nel 2016, 6mila saranno ibridi». Conti alla mano, vuol dire il 2,7%.
Secondo Top Thousand (l'osservatorio che raccoglie le aziende dotate di parchi che superano i mille mezzi) l'8,9% del targato nel 2015 dalle grandi flotte è ibrido e il 4,4% è elettrico. «È un trend che sta continuando – conferma il presidente, Riccardo Vitelli – e potrebbe avere impulso maggiore. L'elettrico è la soluzione finale, ma i problemi li conosciamo tutti, a frenare invece l'ibrido è l'efficienza sui percorsi extraurbani, per questo le nostre aziende continuano a scegliere il diesel in 8 casi su 10». Le grandi società insomma vorrebbero far immatricolare più elettrico e più ibrido, soprattutto le multinazionali che nei loro bilanci hanno voci specifiche relative alla sostenibilità, anche relativamente al parco auto. Lo conferma anche Massimiliano Gardoni, responsabile flotte di Mercedes-Benz Italia: «C'è grande attenzione per le nuove forme di alimentazione, soprattutto da parte di aziende con headquarter internazionali. Per ora è una nicchia dotata di domanda spontanea, ma nel 2020 prevediamo che il 30% delle nostre vendite flotte riguarderanno le nuove alimentazioni».
Oltre ai problemi infrastrutturali, per il direttore flotte di Mercedes-Benz Italia un altro freno proviene dalle stesse società di noleggio: «Ve ne sono alcune che dimostrano un atteggiamento proattivo – continua Gardoni – ma in generale subiscono le richieste del cliente finale. Ciononostante, le flotte giocheranno d'anticipo sull'intero mercato». Mercedes ha la gamma più ampia di ibride, ibride plug-in ed elettriche sul mercato ed è in procinto di lanciare un brand dedicato alle auto elettriche e la nuova Smart EV per l'intera gamma di prodotti.
I noleggiatori confermano questa tesi. «Stiamo registrando un aumento dell'ibrido diesel più che dell'elettrico – afferma Gavin Eagle, direttore commerciale di LeasePlan Italia – ed è l'effetto congiunto di una maggiore disponibilità di modelli ibridi e di un loro conseguente maggiore inserimento nelle car policy da parte dei clienti. I quali trovano in loro un veicolo di ottimizzazione del total cost of ownership (Tco), vale a dire il costo totale di proprietà, e di contenimento dell'impatto ambientale delle loro flotte».
Punta dritto all'elettrico la Nissan. «Nei primi 8 mesi dell'anno siamo passati da 140 a 270 pezzi venduti alle flotte – afferma Vincenzo Varriale, corporate sales manager di Nissan Italia – soprattutto grazie al commerciale e-NV200 (+300%) e all'interesse crescente da parte delle grandi aziende di distribuzione, che hanno necessità sempre più capillari all'interno dei centri urbani e si sono dotate di propri impianti di ricarica. Il business case parla di un risparmio di 5-6.000 euro del Tco e l'aumento della capacità delle batterie metterà in secondo piano la mancanza di una infrastruttura. Già vediamo un interesse da parte delle partite Iva e degli artigiani e ci aspettiamo che anche i “padroncini” (i trasportatori che possiedono solo un autocarro) potrebbero iniziare a diventare più green partendo dall'usato, che sarà disponibile già tra uno o due anni».
Chi invece pensa all'ibrido, nell'oltre 90% dei casi si rivolge a Toyota. «Nell'ultimo anno abbiamo aumentato le vendite di ibrido del 158% nel Nlt e del 73% del Rac (rent-a-car, il noleggio a breve termine) – afferma Giuseppe D'Angelo, fleet manager di Toyota Motor Italia – dopo che negli anni scorsi c'era stato un downsizing (riduzione delle cilindrate, ndr) delle flotte. Oggi invece c'è la possibilità di avere Suv ibridi, dunque auto più grandi, ma più green». Toyota e Lexus hanno 13 modelli ibridi in gamma ed è in arrivo il quattordicesimo: il crossover compatto C-HR.
La penetrazione di elettrico e ibrido sta aumentando anche all'interno delle flotte del rent-a-car (Rac), vale a dire noleggio a breve termine? Sì, secondo Europcar, che cita l’investimento in E-Car Club, la start-up della quale ha acquisito una quota di maggioranza nel 2015, che opera nel car sharing elettrico in Gran Bretagna. Ma questo interesse è spinto più dalle case automobilistiche o dai clienti finali? Per Europcar - fra i pionieri nell'inserimento in flotta di ibrido - è stato soprattutto il mercato a mostrare una diversa sensibilità verso i temi ambientali. Per la società Rac, l’inserimento è avvenuto inizialmente su Milano dove ai benefici della motorizzazione ibrida (basse emissioni, bassi consumi e silenziosità), si abbina un risparmio di tempo e denaro per i clienti, che possono accedere liberamente all’area C (con pagamento di ticket). Visto il successo dell’iniziativa, Europcar ha poi esteso l’inserimento di auto ibride su Bologna, Roma, Napoli, Cagliari, Palermo, Torino, Verona dove ogni Comune ha una propria gestione che riconosce benefici diversi, dal parcheggio nelle strisce blu gratis all'accesso al centro storico.
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