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Sicilia, Confidi in cerca di una nuova via

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Sicilia, Confidi in cerca di una nuova via

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Un accordo pronto per la firma con Irfis-FinSicilia, la finanziaria della Regione siciliana che giusto prima dell’estate è stata iscritta dalla Banca d’Italia tra gli intermediari finanziari. Un tavolo tecnico con la Regione per arrivare a riscrivere la norma di settore che risale ormai al 2005 e abbisogna, dicono, di manutenzione. La richiesta, nemmeno tanto velata, di destinare i 100 milioni di fondi Ue che la Regione siciliana ha a disposizione alla creazione di un fondo regionale che aiuti i Confidi dell’isola piuttosto che destinarli a rimpinguare le casse del Fondo di garanzia di Mediocredito centrale. Tre punti salienti di un ragionamento più ampio fatto da Vito Rinaudo, presidente di Assoconfidi Sicilia, l’associazione che riunisce 18 consorzi fidi siciliani, ad apertura della terza edizione del Confidi Day, giornata di lavoro dedicata al credito e ai consorzi di garanzia organizzata da Assoconfidi con il supporto tecnico e operativo di RmStudio ovvero di Raffaele Mazzeo, advisor finanziario del settore Confidi: una giornata cui hanno preso parte oltre 150 tra amministratori e dipendenti dei Confidi, rappresentanti degli istituto di credito e altri addetti ai lavori.

Ed è stato proprio Mazzeo a fare il punto sulla situazione dei Confidi in Sicilia con la diffusione della survey dedicata al sistema da cui emerge che i consorzi fidi siciliani anche nel 2015 hanno registrato perdite nel complesso ma la situazione è nettamente migliorata rispetto all’anno precedente: «Il Sistema dei Confidi in Sicilia nel 2015 mostra in pieno una sorprendente caratteristica di resilienza - dice Mazzeo -. La fotografia che emerge quest’anno dimostra che malgrado il sistema dei confidi risulti ancora in perdita e con una riduzione del 10,5% dello stock garanzie, emergono alcuni fattori positivi: la perdita aggregata consolidata è notevolmente inferiore rispetto al passato; sono aumentate le coperture del rischio di credito; il patrimonio netto ha miracolosamente retto riducendosi di appena il 4,2 per cento. Anche la liquidità tiene riducendosi solo del -2,9 per cento. Insomma il mantenimento delle risorse in un momento cosi difficile e con la situazione in cui si trovano le banche fa pensare che forse una cura è possibile».

Nel 2014 la perdita del sistema era stata di 11,2 milioni, mentre nel 2015 il dato è ancora negativo ma per 4,2 milioni di euro. Inoltre, nel 2014 tutti confidi erano in perdita, nel 2015 due confidi passano da perdite a utili. Le spese amministrative continuano a erodere i ricavi del core business: nel 2015 il dato (riferito solo ai sei maggiori Confidi regionali) si ferma a – 12,8 milioni.

Dal report emerge che l’anno scorso il sistema ha visto ridursi del 10,5% lo stock garanzie ma contemporaneamente sono aumentate le coperture del rischio di credito; il patrimonio netto ha “miracolosamente” retto riducendosi di appena il 4,2 per cento. Anche la liquidità ha tenuto riducendosi solo del 2,9 per cento. «Insomma – spiega Mazzeo che ha realizzato la Survey - il mantenimento delle risorse in un momento così difficile e con la situazione in cui si trovano le banche fa pensare che forse una cura è possibile». Insomma un sistema ancora fragile che necessita di interventi per continuare a fare «bene il proprio lavoro - dice Rinaudo - ovvero fornire garanzie alle imprese».

La Sicilia è la terza regione d’Italia per numero di confidi ex “107” (cioè riconosciuti come intermediari finanziari e vigilati dalla Banca d’Italia) dopo Lombardia e Veneto e settima per patrimonio di vigilanza. Fino al 2014 i confidi vigilati ex “107” erano in totale 6 e rappresentavano oltre l’80% del comparto in Sicilia. In seguito all’innalzamento dei requisiti dimensionali e organizzativi previsti per i confidi vigilati dalla Banca d’Italia, nel corso del 2015 il sistema degli ex “107” con sede legale in Sicilia, si è ripartito nei due nuovi albi: l’albo “106” (confidi maggiori vigilati direttamente dalla Banca d'Italia ) e l’albo “112” (confidi minori che saranno vigilati da un nuovo organismo). Il percorso di iscrizione definitiva nei nuovi albi non si è ancora formalmente concluso e al momento i confidi maggiori iscritti al nuovo albo “106” risultano due, quattro, invece, quelli minori iscritti al nuovo albo “112”.

Tra le notizie positive l’accordo, in via di definizione tra Assoconfidi Sicilia e Irfis Fin Sicilia, società finanziaria di cui è azionista unico la Regione siciliana. «L’intesa – spiega Vito Rinaudo, presidente di Assoconfidi Sicilia - prevede che i 18 confidi aderenti ad Assoconfidi Sicilia possano proporre i prodotti dell’Irfis alle aziende associate. In questo modo l’Irfis che ha due sole sedi, a Palermo e a Catania, potrà indirettamente estendere la sua presenza a tutto il territorio regionale, assumendo una capillarità che finora le è mancata».

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