Economia

Taranto, il contratto di sviluppo avrà nuovi progetti

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RIQUALIFICAZIONI

Taranto, il contratto di sviluppo avrà nuovi progetti

Il Contratto istituzionale di sviluppo per Taranto avanza e si arricchisce di nuovi progetti. Lo strumento pensato dal Governo (e poi inserito nella legge 20 del 2015) per favorire il rilancio dell'area attraverso l'effettiva spesa di 850 milioni di risorse stanziate negli anni precedenti, ad oggi consuntiva progetti conclusi o in fase avanzata per 392 milioni, risorse erogate per 143 milioni, progetti avviati o prossimi all'avvio per 459 milioni. È il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Claudio De Vincenti, a fare il punto aggiornato.

È accaduto ieri, a conclusione del Tavolo istituzionale, presenti Regione Puglia, Comuni interessati, Invitalia, Autorità portuale e, per la prima volta, anche i sindacati confederali. Al pacchetto di interventi già individuato dal Contratto, «se ne è aggiunto un altro - spiega De Vincenti - deliberato dal Cipe per circa 30 milioni. Si tratta del collegamento tra il porto e la rete ferroviaria nazionale. In questo modo ci sarà sia lo “sbottigliamento” del porto che un suo migliore posizionamento sul mercato». E sul porto De Vincenti aggiunge che sono al vaglio dell’Autorità portuale anche le proposte di altri operatori interessati ad insediarsi, conferma che l’Agenzia nazionale del lavoro portuale di prossima istituzione sarà «la soluzione ponte» per il reimpiego dei 520 addetti di Tct oggi in cassa integrazione, e specifica che la riqualificazione della prima parte del molo polisettoriale è uno dei tre interventi del Contratto istituzionale già terminati. Gli altri due riguardano invece le scuole «Vico» e «Deledda» del rione Tamburi di Taranto.

Non ancora in avvio, ma «sono ad una fase di decisione molto importante», altri due progetti sul versante città, aggiunge Giampiero Marchesi, responsabile della struttura di missione di Palazzo Chigi per Taranto. Si tratta della valorizzazione museale della parte dell’Arsenale della Marina Militare non più usato per le lavorazioni navali. Ministeri Difesa e Beni culturali hanno trovato l'accordo e nel giro di due-tre mesi, dopo la firma di un Dpmc, si conta di partire col progetto.

L’altro intervento è invece relativo all’uso, come approdo per le navi da crociera di media dimensione, della banchina torpediniere della Marina in Mar Piccolo. La Marina è disponibile a lasciare anche subito la stessa banchina. Si tratta ora di valutare una sistemazione alternativa per le necessità comunque prospettate dalla forza armata. Mentre per il concorso internazionale di idee per il recupero della Città vecchia di Taranto, il 16 novembre si insedia la commissione che giudicherà le 20 proposte, sulle 46 iniziali, ammesse alla selezione finale e da cui poi scaturiranno le 3 migliori.

Conclusione dei lavori tra fine e inizio d’anno. Non manca il passaggio sull’Ilva dove De Vincenti dichiara che il «tema della decarbonizzazione il Governo se lo è posto prima del governatore pugliese Michele Emiliano. Proprio il decreto che Emiliano inspiegabilmente contesta, dice molto chiaramente che sarà il piano ambientale a indicarci quale sarà la scelta migliore per Taranto, l’Ilva e i cittadini e quali saranno le tecnologie e gli assetti industriali più compatibili con quest'obiettivo. A questa scelta il Governo si atterrà. Le preoccupazioni di Emiliano – sottolinea De Vincenti – non hanno quindi ragion d’essere. I gruppi che si sono candidati per l’Ilva sono qualificati e penso che sulla valutazione dei piani ambientali, i tecnici e gli esperti che abbiamo messo al lavoro possano esprimersi meglio rispetto ai politici».

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