Economia

Marchi e brevetti generano il 42% dell’economia Ue

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INNOVAZIONE

Marchi e brevetti generano il 42% dell’economia Ue

La qualità paga. E se l’Europa pare, sotto molti aspetti, smarrita, una certezza è che quando le sue industrie fanno largo uso di marchi e brevetti, crescono Pil, occupazione ed export.
A scattare l’ultima fotografia, uno studio congiunto dell’Ente europeo dei brevetti (Epo) e dell’Ufficio per la proprietà intellettuale della Ue (Euipo) diffuso ieri sull’impatto, in Europa, dei diritti di proprietà intellettuale (marchi, brevetti, disegni registrati) sull’economia dei Ventotto, in termini di Pil, occupazione, salari e commercio.

Poichè si tratta del secondo studio – il primo era datato 2013 – il confronto consente di dire che, nella Ue, le aziende che fanno uso intensivo di titoli di proprietà intellettuale sono cresciute, aumentando ricchezza e occupazione

Secondo lo studio, nella Ue, più del 42 % dell’attività economica totale (pari a circa 5700 miliardi di euro annui) sono generati da industrie ad alta densità di proprietà intellettuale (era al 38,6% nello studio 2013). Le industrie ad alta densità di marchi rappresentano il 36%, quelle che sfruttano in prevalenza disegni e modelli sono il 13%, 15% quelle basate sui brevetti e 7% quelle che puntano sul diritto d’autore.

L’EVOLUZUIONE
Il confronto tra i risultati tra il 2013 e il 2016. Valori in percentuale

Sul fronte dell’occupazione, il 28% di tutti i posti di lavoro nella Ue (erano il 25,9% nello studio 2013) sono stati direttamente creati da industrie altamente innovative (circa 60 milioni). Ma se si aggiunge un altro 10% di posti indiretti (i relativi fornitori di beni e servizi), si può affermare che circa il 38% dell’occupazione Ue (82 milioni di occupati) dipende da chi spinge l’acceleratore dell’innovazione.

Solo considerando il segmento dell’occupazione nel frangente della crisi – dicono Epo e Euipo – se nel periodo 2008-2010 è diminuita in Europa da 219,6 milioni a 215,8 milioni, nelle imprese innovative è rimasta costante.

Ma se ne avvantaggiano anche le buste paga. In queste tipologie di imprese – a prescindere dalle dimensioni – i salari medi sono, mediamente, del 46% più elevati rispetto a quelli di altri settori. Con punte che possono toccare quasi il 70% in più per i dipendenti di grosse aziende ad alta incidenza di brevetti e sino al +30% per chi opera nelle indicazioni geografiche. Il tutto rispetto ai propri “colleghi” dei rispettivi settori che innovano poco.

«Oggigiorno – ha affermato il presidente di Epo, Benoît Battistelli – le attività immateriali si rivelano sempre più importanti per le aziende innovative, soprattutto per le Pmi , ma anche per i centri di ricerca e le università. Tuttavia, per rimanere competitiva nell’ambito dell’economia globale, l’Europa deve incoraggiare ulteriormente lo sviluppo e l’utilizzo di nuove tecnologie e il ricorso all’innovazione».

«Questo studio – ha concluso António Campinos, Direttore esecutivo dell’ Euipo – evidenzia anche che la tendenza di utilizzare, da parte delle imprtese,in maniera interdipendente i diritti di proprietà. Per questo ne va agevolata l’accessibilità e una protezione efficace dalle violazioni».

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