Economia

Nelle Marche economia avanti adagio

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congiuntura

Nelle Marche economia avanti adagio

Terzo trimestre di crescita tenue per l’industria manifatturiera delle Marche, con produzione (+0,9%) e vendite (+1,2%): risultati che, – per il presidente di Confindustria Marche, Bruno Bucciarelli, «confermano il permanere di un’intonazione congiunturale favorevole, ma ancora debole». Dall’analisi condotta dal centro studi della federazione regionale, in collaborazione con Nuova Banca Marche, è emerso anche che «i segnali di recupero provengono dai settori maggiormente orientati al mercato domestico e popolati da imprese di media e piccola dimensione».
La scarsa brillantezza dell’economia marchigiana è confermata proprio dalle dichiarazioni degli imprenditori intervistati, anche se si tratta di un risultato migliore della media nazionale del periodo (+0,4%): è aumentata, infatti, la quota di coloro che parlano di produzione stazionaria o in calo (56% contro il 52% della rilevazione del secondo trimestre 2016), mentre si è ridotta la quota di aziende interessate da aumenti della produzione (42% contro 48% della rilevazione precedente).
Sul fronte delle vendite, i sistemi dell’arredamento e della moda hanno permesso una variazione positiva dei fatturati sul mercato interno pari all’1,3% rispetto al terzo trimestre 2015, mentre sono stati stabili o negativi tutti gli altri settori; l’export, di contro, ha chiuso il trimestre con una crescita più contenuta (+0,9%), spinto dalle performance dell’abbigliamento, della gomma e plastica e dell’arredamento.
Nel periodo luglio-settembre, i livelli occupazionali hanno registrato una lieve flessione (-0,3%), mentre le ore di cassa integrazione sono aumentate del 4,2% (da 7,7 a 8 milioni), con un aumento sia gli interventi straordinari (+24,8%), che di quelli in deroga (+29,4%), mentre c’è stato un netto calo degli interventi ordinari (-51,7%). Dall’analisi dei dati per ramo di attività, è emerso che l’aumento degli ammortizzatori sociali è attribuibile interamente alla forte crescita dell’artigianato (+135,7%), a fronte della diminuzione delle ore complessive autorizzate nell’industria (-5,8%), nell’edilizia (-52,1%), nel commercio (-30,1%) e nei settori vari (-90,3%).

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