Economia

Nuovi dazi Ue sull’acciaio cinese

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Politiche antidumping

Nuovi dazi Ue sull’acciaio cinese

(Afp)
(Afp)

L’Unione europea vara nuove misure antidumping in difesa dell’acciaio comunitario. La Commissione europea ha deciso di istituire dazi provvisori contro l’importazione dalla Cina di tubi senza saldatura, di ferro o acciaio, a sezione circolare. Si tratta di prodotti utilizzati di norma per impianti elettrici, nell’industria del gas e del petrolio, e nell’edilizia.

La decisione della Commissione è giunta dopo un’indagine aperta a maggio spinta dall’industria di settore, dalla quale è emerso che questi prodotti cinesi venivano venduti in Europa a prezzi «fortemente di dumping». I dazi provvisori vanno dal 43,5% all’81,1 per cento. Bruxelles ha ora sei mesi per decidere serendere la misura definitiva per i prossimi 5 anni.

I PRODUTTORI
In milioni di tonnellate. Dati 2015 e variazione % 2015 su 2011

Di questa misura dovrebbe beneficiare, in Italia, prevalentemente il gruppo Tenaris Dalmine, mentre all’estero saranno tutelati colossi come Vallourec e Salzgitter Mannesmann (che possiede un sito anche in Italia).

L’anno scorso, secondo i dati di Federacciai, la produzione di tubi in Italia è calata del 3-4% rispetto all’anno precedente, proprio a seguito del crollo delle produzioni destinate al settore oil and gas. Le esportazioni sono state pari a 3,2 milioni di tonnellate, in calo del 3,1% sul 2014, affossate dalla caduta di quelle dei tubi senza saldatura (459mila tonnellate, -30,5%), solo in parte attenuata dall’aumento di quelle dei tubi saldati (2,7 milioni di tonnellate, +3,8 per cento).

Con questi nuovi dazi, sale a 40 il numero di misure di difesa commerciale in vigore in Europa, di cui 18 solo riguardanti prodotti cinesi. Sono invece ancora in corso, altre 14 indagini che riguardano il settore dell’acciaio, inclusi tre casi per cui è in corso l’applicazione provvisoria di dazi. La recente revisione, da parte dell’Ue, della politica di difesa commerciale, ha provocato una netta presa di posizione dell’industria manifatturiera. La nuova proposta «mina la certezza legale nella politica di difesa commerciale dell’Unione», ha spiegato Aegis, l’associazione che rappresenta gli interessi dell’industria manifatturiera europea. Nei giorni scorsi a Bruxelles circa 10mila persone (folta la rappresentanza italiana) hanno manifestato nelle vie della città a favore dell’acciao europeo.

Anche l’industria manifatturiera italiana si è detta recentemente convinta che «se le nuove norme in tema di difesa commerciale non manterranno gli attuali criteri ad hoc per le economie non di mercato, l’industria sarà senza difese davanti al dilagare di importazioni cinesi sottocosto». L’industria siderurgica europea, come ha spiegato il dg di Eurofer, Axel Eggert, ha riconosciuto gli sforzi della Commissione. Nonostante questo, però, l’associazione ribadisce di continuare a «nutrire dubbi sulla fattibilità dell’approccio» proposto da Bruxelles. Le preoccupazioni sulla riforma si intrecciano con quelle relative al dibattito sulla concessione dello status di economia di mercato alla Cina. «La legislazione proposta - ha sintetizzato Eggert -, abbandona ogni riferimento alle economie non di mercato che giustificano l’utilizzo di strumenti fuori standard».

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