
Con il via libera, dato ieri dall’Aula del Senato, al "decretone" terremoto (che somma i due provvedimenti di ottobre e novembre) il quadro delle norme sulla ricostruzione assumono un assetto definitivo. Infatti, secondo accordi tra le forze politiche di entrambi i rami del Parlamento, il testo votato ieri dall'Aula del Senato dovrebbe essere approvato dalla Camera senza modifiche. La conferenza dei Capigruppo di Montecitorio ha già comunicato che l'Aula voterà il testo entro il 15 dicembre. «Questo è un testo che non verrà modificato», conferma il relatore in Commissione Silvio Lai (Pd). L’approvazione (senza necessità della fiducia) è avvenuta con 194 sì, un no e 37 astenuti. Domani anche il capo dello Stato si recherà a Ussita, per dare un segno dell’attenzione delle Istituzioni verso le popolazioni colpite dal sisma.
Le ultime novità frutto del dibattito parlamentare hanno arricchito e non rivoluzionato l'impianto dei provvedimenti varati dal governo in due tempi: dopo la prima scossa del 24 agosto (Dl n.189) e dopo le scosse del 29 e 31 ottobre (Dl n.205). La principale novità è la lista dei nuovi 69 comuni del cratere, che porta a 131 l'elenco degli Enti locali dell'area maggiormente colpita dal sisma.
La lista è stata acclusa dal governo al maxi-emendamento presentato in Senato (volto a inserire i contenuti e le misure del secondo decreto all'interno del primo). Le ultime novità aggiuntive, frutto degli emendamenti approvati in commissione Bilancio, sono: la possibilità di chiedere la busta paga "pesante" (cioè al lordo delle trattenute) per tutti i lavoratori dipendenti, fino al dicembre 2017; la sospensione di alcuni pagamenti (canone Rai, bollette telefoniche e polizze assicurative).
Poi ci sono delle novità che necessitano però un'attuazione. La prima prevede che il commissario alla ricostruzione, Vasco Errani, possa cercare alloggi in vendita, nuovi o «in ottimo stato», e ovviamente agibili, da destinare ai senza casa. L'altra norma impone, entro 18 mesi, una verifica della vulnerabilità sismica degli ospedali sui territori delle quattro regioni interessate dal sisma, valutando anche il fabbisogno finanziario (da attuare con ordinanze della Protezione Civile). Viene poi concessa la defiscalizzazione delle erogazioni liberali a favore dei comuni danneggiati, ma l'attuazione è condizionata a un decreto dell'Economia (dopo l’ intesa in conferenza unificata). Un'altra novità riguarda i danni causati dai procedenti terremoti (del 1997 in Umbria e Marche e 2009 in Abruzzo) e non riparati, che potranno avvalersi delle nuove procedure. Inserite anche alcune semplificazioni nella gestione delle macerie. Novità anche per le scuole: risorse per la ricostruzione di plessi danneggiati potranno essere utilizzati anche nell'ambito della programmazione triennale (2016-2018) degli Enti locali.
Per il resto la "magna carta" che guiderà la ricostruzione del Centro Italia - e che fonde i due decreti del governo - conferma alcuni "pilastri" sulla ricostruzione già noti. A cominciare dalla corsia veloce per la ricostruzione privata, sia di case che di edifici produttivi. Se gli immobili «necessitano soltanto di interventi di immediata riparazione», il proprietario può procedere al ripristino immediato «della agibilità degli edifici e delle strutture» presentando il progetto asseverato da un tecnico abilitato (in cui si dimostri il nesso di causalità tra danno e sisma) e la valutazione del danno. Misura importante per accelerare la ripresa delle attività produttive. Sempre allo stesso scopo è stata prevista la possibilità che il titolare dell'impresa possa acquisire, in qualità di responsabile della sicurezza sul luogo di lavoro, la «certificazione di agibilità sismica» rilasciata da un professionista abilitato, provvedendo a depositarla presso il Comune. Sulla ricostruzione delle abitazioni, si conferma la linea già nota: contributo alla ricostruzione del 100% per le prime case danneggiate dai terremoti. Contributo per la ricostruzione del 100% per le seconde case dentro il cratere e per le seconde case fuori del cratere, se affittate come prime case, se all'interno di borghi o se di importanza culturale o artistica. Contributo per la ricostruzione del 50% per le seconde case in tutti gli altri casi.
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