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Made in Italy cresce in Giappone

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INTERNAZIONALIZZAZIONE

Made in Italy cresce in Giappone

(Marka)
(Marka)

Meccatronica, automotive, design e aerospazio. Quattro filoni su cui intensificare la cooperazione di sistema e tra privati. Con l’obiettivo di arrivare a standard di sicurezza e di omologazione reciprocamente riconosciuti e a una piena tutela della proprietà intellettuale e dei brevetti.

Con queste premesse si è aperta – ieri a Milano – la 28°Assemblea plenaria dell’Italy-JapanBusiness Group (IJBG), l’organismobilaterale degli imprenditori per promuovere la collaborazione industriale. Un evento organizzato da Ice asieme a Finmeccanica.

Del resto, il “Made in Italy” in Giappone cresce. Secondo i dati Istat, nei primi 9 mesi di quest’anno, le esportazioni verso il “Sol Levante” hanno segnato una quota record con un aumento del 14,4% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Mentre il nostro import è cresciuto di oltre il 40 per cento.

L’export 2015 si era chiuso a oltre 5,5 miliardi di euro. Al di sotto dei 6 miliardi toccati nel 2013. Ma a parte una parentesi di calo (-11% nel 2014), siamo sempre cresciuti. L’Italia si conferma, così, il 3° partner commerciale europeo di Tokyo, dopo Germania e Francia grazie soprattutto all’abbigliamento (escluso quello in pelliccia), ai medicinali e preparati farmaceutici, al tabacco e agli articoli in cuoio conciato e lavorato. Ma è sul trasferimento tecnologico e sull’alto valore aggiunto della meccanica, dell’automotive e delle tecnologie space che si gioca l’impegno maggiore.

L’INTERSCAMBIO ITALIA GIAPPONE
In miliardi di euro. (Fonte: Osservatorio Mise su dati Istat(

Ieri,è stata anche siglato l’accordo tra l’Agenzia spaziale italiana (Asi) e la Jaxa Japan aerospace exploration Agency) per la cooperazione nella gestione dei disastri ambientali. Attraverso l’uso dei dati dei rispettivi sistemi satellitari radar in banda, l’italiano Cosmo-SkyMed (4 satelliti in orbita e 2 in sviluppo) e il giapponese Alos-2 (1 satellite in orbita al momento) «si opera – ha spiegato Roberto Battiston, presidente di Asi – con l’obiettivo di scambiarsi flussi di dati e analizzarli, con l’obiettivo di prevenire gli effetti dei disastri (terremoti, alluvioni, tzunami) o la loro gestione successiva. Ma anche per trasformare le informazioni in applicazioni a servizio delle imprese, ad esempio per l’agricoltura di precisione e le diagnosi ambientali» .

Se la cooperazione Italia-Giappone è realtà consolidata, certo le dichiarazioni del futuro presidente Usa, Donald Trump, di voler azzerare il Tpp (il Trattato di libero scambio già concluso con i Paesi del sudest asiatico, tra cui il Giappone) preoccupano il Giappone e lo obbligano a ripensare le proprie strategie di sviluppo internazionale (con il timore che un progressivo disinteresse Usa lasci spazio eccessivo all’influenza cinese nel Pacifico).

«Continueremo a cooperare con la nuova Amministrazione Usa e a operare affinchè il Tpp possa entrare in vigore – ha sottolineato il vice ministro giapponese per gli Affari internazionali, l’Economia, il Commercio e l’Industria Hirofumi Katase –. Tuttavia, la collaborazione tra Italia e Giappone ha quasi 30 anni. E il prossimo accordo di libero scambio in dirittura d’arrivo (Fta) è quello con la Ue, che dovrebbe giungere a conclusione entro fine anno».

Un’opportunità sostenuta anche dal presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia: «Dobbiamo creare al più presto un’area di libero scambio tra Ue e Giappone che uniformi gli standard tecnici ed elimini le misure fitosanitarie. Ad un mondo che costruisce muri – ha aggiunto Boccia – contrapponiamo una contaminazione sana, fatta di bellezza, equilibrio e tecnologia».
Secondo le ultime stime, il free trade agreement tra Bruxelles e Tokyo dovrebbe avere un impatto sull’economia europea nell'ordine dello 0,8% del Pil comunitario, con, tra le altre cose, l’abbattimento delle barriere doganali giapponesi per l’automotive e il settore ferroviario europei.
Non a caso, il presidente dell’Ice, Michele Scannavini, ha ricordato la recente apertura del Desk Attrazione Investimenti a Tokyo e l'incremento delle iniziative rivolte ai paesi asiatici.«La sindrome del sorpasso cinese può spiegare il risultato delle elezioni Usa – ha detto Mauro Moretti, Ad di Leonardo-Finmeccanica e co-presidente del Business Group Italia-Giappone (assieme a un collega giapponese)– ma gli Stati Uniti per vincere la partita ora dovrebbero combattere congiunti con i loro partner storici, cioè l’Europa e il Giappone».

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