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Maltempo in Piemonte, 200 milioni di danni secondo le prime stime

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Maltempo in Piemonte, 200 milioni di danni secondo le prime stime

Un centinaio di milioni di danni nella provinci di Cuneo, considerando soltanto strade e scuole , altrettanti probabilmente nel Torinese. Ieri una riunione urgente della provincia di Cuneo ha messo neso su bianco le prime cifre dei danni provocati sul patrimonio pubblico dell’area intorno al fiume Tanaro, nella serata di oggi è prevista una riunione della Città metropolitana di Torino per fare il punto della situazione nelle aree colpite da esondazioni e smottamenti, la città di Moncalieri alle porte di Torino e l’area montana delle Valli Chisone e Germanasca.

A Moncalieri hanno riaperto 28 scuole su 32, tornata alla normalità la viabilità e il trasporto pubblico mentre il sindaco Paolo Montagna ha messo in piedi un piano di raccolta rifiuti straordinario. Nella cittadina alle porte di Torino si lavora da venerdì per contenere i danni e i disagi provocati dall’esondazione che ha colpito intere borgate, questa è l’area del Torinese più danneggiata dall’alluvione per colpa del cedimento di uno degli argini del Chisola, tra gli affluenti del Po. l'inondazione ha riguardato almeno tre borgate (Tetti Piatti, Baudana e Tagliaferro) con centinaia di persone evacuate.

La conta dei danni, tra Torino e Cuneo, è solo all’inizio. Tra strade e scuole si parla di 200 milioni di euro senza contare i danni ai privati e al tessuto produttivo, attività commerciali e stabilimenti. Entro la settimana la regione Piemonte guidata da Sergio Chiamparino dovrebbe fare il punto sulla situazione.

«La situazione di Moncalieri è peggiore, in termini di danni al patrimonio pubblico, rispetto all’alluvione del 2000, abbiamo stimato un centinaio di milioni di danni, ora ci stiamo focalizzando sulla pulizia, per liberare case e attività dal fango e per rimuovere i rifiuti ingombranti dalle strade» racconta il sindaco Montagna.

La Città metropolitana di Cuneo ha quantificato in 10 milioni di euro le risorse necessaie per ripristinare strade e ponti danneggiati dall’alluvione. Bisognerà poi mettere in cantiere i fondi per intervenire sulle 63 strade provinciali danneggiate, parzialmente crollate ofinite sott’acqua negli giorni fino dell’alluvione, per i ponti rovinati e i danni ad alcune scuole speriori.

In provincia di Torino si lavora per riportare alla normalità la situazione delle strade nelle aree montane colpite dall’alluvione. Riaperte a fascie orarie la strada provinciale nel tratto del Comune di Perosa Argentina, mentre resterà chiusa per alcuni giorni ancora la strada 169 all’altezza di Prali.

Il responsabile regionale della Protezione civile, Stefano Bovo, elenca le criticità sul territorio piemontese, a quattro giorni dalla fase più acuta dell’emergenza: sono centinaia le borgate di montagna, tra l’alta Valle di Tanaro e l’alta Valle Chisone, ancora isolate e con problemi per il rifornimento idrico, ancora questa mattina poi è stata evacuata una frazione a Brigalta, al confine con la Liguria, minacciata da una importante frana; nei centri più grandi come Ceva, Gerassio, Ormea e Perosa Argentina si stanno ripristinando le forniture di gas e acqua e si sta continuando a rimuovere il fango da case ed esercizi commerciali.

«Entro questa settimana – assicura Bovo – si concluderà con gli uffici Patrimonio pubblico della Regione Piemonte la conta dei danni, un monitoraggio che serve alla Protezione civile per definire gli interventi di ripristino e avviare i primi stanziamenti di fondi».

Molti stabilimenti produttivi, soprattutto nel Cuneese, hanno bloccato l’attività per due giorni, la Confindustria di Cuneo è in contatto con i sindaci per monitorare le iniziative. Tra i poli più danneggiati c’è la Huverpharma di Garessio che, come conferma anche Bovo, ha riportato danni importanti.

Danni importanti anche al patrimonio e alle attività agricole tra Asti, Cuneo ed Alessandria. «Piemonte e Liguria – sottolinea una nota della Cia, la Confederazione italiana agricoltori –generano una produzione agricola che vale 4,5 miliardi di euro e ben 2,4 miliardi di valore aggiunto. Da sole coprono circa il 15% dell’export agroalimentare del Paese toccando quota 5,5 miliardi movimentati ogni anno».

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