Una lunga storia di innovazione, dalla creazione del primo orologio subacqueo, il Marine, nel 1932, fino all'introduzione nel 1999 del primo calibro dotato di scappamento co-assiale, che ha rappresentato una delle pietre miliari dell'orologeria meccanica mondiale. Sono alcune delle tappe fondamentali di Omega, marchio leader del gruppo Swatch (e il secondo al mondo per fatturato, con 2,06 miliardi di franchi svizzeri stimati da Vontobel nel 2015).
«L’anno non è stato facile ma siamo riusciti a mantenere la nostra posizione in un mercato difficile e ne siamo orgogliosi», racconta Raynald Aeschlimann, presidente e Ceo di Omega dal primo giugno (in precedenza, vicepresidente vendite), spiegando che per ottenere la fedeltà al proprio marchio occorre lavorare sempre sulla qualità senza compromessi, ma anche sulla vicinanza con il cliente. Quando nel 2000 pochi brand avevano dei negozi monomarca, Omega fu uno dei primi a inaugurare una boutique a Zurigo: nel 2010 le boutique erano diventate 200 e l'anno scorso avevano raggiunto quota 357. Oggi è il brand dell'orologeria con il maggior numero di monomarca del mondo.
L'azienda ha da sempre una passione per lo sport: atletica, nuoto, golf e vela, oltre alle Olimpiadi. Una passione ricambiata, visto che si tratta anche dell'unico marchio del settore che ha avuto una visibilità totale durante gli ultimi Giochi olimpici. «Essere il cronometrista ufficiale di Rio 2016 ci ha permesso di giocare un ruolo chiave nella storia dello sport. Così come essere protagonisti anche alla 41esima Ryder Cup», afferma Aeschlimann, che però precisa come il beneficio della visibilità si traduca anche in investimenti considerevoli, quindi «quello che conta è la capacità di raccontare storie di marca che siano non solo convincenti, ma soprattutto vere».
Il continuo inseguire il mito dell’autenticità ha portato Omega anche a voler superare i già rigidi standard svizzeri. Lo conferma il nuovo procedimento di certificazione approvato dal Metas, che verifica l'impermeabilità, la precisione e la resistenza ai campi magnetici. «Questo ci permette di assicurare che ogni orologio superi di gran lunga gli standard che da tempo sono in vigore nel nostro settore», spiega Aeschlimann. Quest'anno Omega ha presentato sei nuovi calibri, ma il brand auspica che la maggior parte dei suoi movimenti meccanici siano certificati Master chronometer dal Metas entro il 2020.
«Quest'anno abbiamo lanciato il Seamaster planet ocean deep black, che combina un orologio subacqueo a un GMT ed è realizzato da un unico blocco di ceramica nera: non solo un bellissimo orologio, ma un pezzo d'arte», racconta Aeschlimann che non nasconde l'attenzione anche al pubblico femminile, sempre più parte integrante delle strategie del marchio.
«Nel 2016 è arrivato il primo Master chronometer specificatamente pensato per le donne, il Constellation petite seconde: in superficie è delicato e femminile, ma dentro è un concentrato di tecnologia d'avanguardia». E proprio per le donne quest'anno si sono svolte anche due mostre tematiche, una a Mosca e una più recente a Shanghai, che fanno eco a un altro evento organizzato a Pechino con Nicole Kidman ambasciatrice. Aeschlimann non ha dubbi: il 2017 sarà un anno di speciale connubio fra il tempo e le donne.
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