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Dossier Tissot rinsalda il legame con i motori

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    Dossier | N. 35 articoliRapporto orologi

    Tissot rinsalda il legame con i motori

    Come spesso accade nel mondo delle lancette, molte delle novità anticipate in primavera durante le più importanti fiere di settore si materializzano poi sul mercato subito dopo l'estate o ad autunno inoltrato. Il 2016 di Tissot si chiude così all'insegna di arrivi importanti, rappresentati da collezioni accomunate da accenti sportivi.

    Un aspetto non certo atipico per un marchio che da sempre ha fatto proprio dello sport un canale di comunicazione importante e che oggi lega il suo nome a Tour de France, Campionati del Mondo di ciclismo UCI, MotoGP, Superbike, NBA, scherma, hockey su ghiaccio e rugby.

    Ma a caratterizzare famiglie di prodotto come V8 o PRS 516, giusto per stare in tema di novità, sono i rimandi all'automobilismo sportivo. Sebbene dettagli stilistici a tema, come indici fluttuanti o cinturini e bracciali “bucati”, compaiano già nella linea PR 516 del 1965, l'inizio del legame di Tissot con il mondo delle competizioni viene fatto risalire ufficialmente al 1968 (prima di allora la Federazione internazionale dell'automobile vietava di apporre marchi sulle vetture da corsa).

    Da allora, dopo aver fatto da apripista legandosi al peruviano Henry Bradley, nel 1973 il brand svizzero si fa notare sulle curve del Rally di Montecarlo e l'anno seguente su quelle del circuito della Sarthe in occasione della 24 Ore di Le Mans, mentre nel 1976 sbarca in F1 legandosi a piloti come Loris Kessel o a scuderie come Ensign, Shadow, Renault, Lotus e Sauber per i cui colori hanno corso piloti del calibro di Regazzoni, Ickx, Andretti e Reutemann. Decadi significative che, sul fronte del prodotto, hanno visto nascere modelli come il Tissot Stratos by Bertone, il F1 o il Cronografo Martini Racing.

    Così, anche se oggi il marchio di proprietà di Swatch Group (leader nel segmento mid/end con 1,06 miliardi di franchi svizzeri di fatturato 2015, secondo Vontobel) è presente attivamente solo nelle vesti di cronometrista ufficiale della Nascar, l'eredità automobilistica rimane presente nei codici stilistici del marchio. Lo dimostrano i nuovi arrivi della famiglia PRS 516: cronografi automatici (movimento Valjoux con 60 ore di autonomia), cronografi al quarzo, tre lancette day/date automatici (con il nuovo calibro Powermatic 80) e un automatico due lancette con una singolare visualizzazione dei piccoli secondi condivisa su tre contatori. Referenze accomunate da materiali tecnici come ceramica e fibra di carbonio ma anche da riferimenti mutuati dallo storico PR 516, su tutti l'inconfondibile cinturino in pelle forato, rimando alle razze dei volanti dell'epoca.

    Discorso replicabile per le otto nuove referenze del V8, cronografo tre contatori al 10° di secondo con movimento al quarzo PreciDrive che, per rimarcare un nome già di per sé evocativo del mondo a cui si ispira, fa ricorso a grafiche che ricalcano le strumentazioni di bordo e a cinturini traforati la cui pelle replica la texture dei guanti usati dai gentleman driver.

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