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Fca, sul piatto 300 milioni in ricerca e sviluppo

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Fca, sul piatto 300 milioni in ricerca e sviluppo

Lo stabilimento Fca di Cassino. (Reuters)
Lo stabilimento Fca di Cassino. (Reuters)

La Banca europea per gli investimenti (Bei) e Fiat Chrysler Automobiles hanno perfezionato ieri un nuovo finanziamento di 250 milioni di euro destinato ai progetti di ricerca e sviluppo (R&S) di Fca. Il prestito, di durata triennale, sosterrà l’attività dei centri R&S italiani del gruppo automobilistico e consolida – riferisce una nota – la collaborazione tra la banca dell’Unione europea e Fca, collaborazione che ha portato dal 2009 a oggi al perfezionamento di operazioni per totali 2,4 miliardi.

Nel dettaglio, il piano di investimenti di Fca in R&S nel triennio 2017-2019 punta ad alcuni obbiettivi-chiave, quali la maggior efficienza e la diminuzione delle emissioni di Co2 nei motori a benzina e a combustibili alternativi e lo studio delle future piattaforme ibride. Una parte del finanziamento sarà destinata agli impianti localizzati nel Sud Italia (Puglia) della controllata Magneti Marelli, azienda che progetta e produce componenti e sistemi ad alto contenuto tecnologico per il settore automotive.

C’è inoltre un dossier aperto, in fase di definizione al ministero dello Sviluppo economico, per arrivare a un protocollo d’intesa con Fca per lo sviluppo di nuove linee di ricerca in Italia. Ad anticipare la notizia è stato il presidente del Piemonte Sergio Chiamparino, domenica scorsa. Lo schema potrebbe riprendere quanto previsto dagli accordi conclusi nei mesi scorsi dal Mise con Electrolux, Lamborghini, Avio Aero e Denso. La linea di ricerca che potrebbe coinvolgere il Centro Ricerche Fiat di Torino e gli stabilimenti piemontesi del Gruppo Fiat Chrysler avrebbe, secondo le prime indicazioni, un valore di circa 50 milioni di euro. In linea con le attività di sviluppo e di ricerca del Gruppo in Italia, ma valorizzate all’interno di un accordo con il ministero e con la Regione Piemonte, in grado di attivare due tipologie di sostegni: le risorse del Fondo di crescita sostenibile del Mise e i fondi in capo alle Regioni per la ricerca. Per quanto riguarda la Regione Piemonte la misura al centro di questo intervento è quella sull’industrializzazione dei risultati della ricerca, strumento attivato a inizio anno e utilizzato dal Piemonte per gli accordi sottoscritti con Avio Aero e con la giapponese Denso. Una dote da 68 milioni di euro che la Regione punta a utilizzare per valorizzare processi di ricerca e sviluppo che possano avere ricadute sul fronte della produzione. Dalle risorse del ministero e della Regione potrebbe arrivare una copertura compresa tra il 25 e il 30% rispetto all’intero ammontare del piano che riguarda il Piemonte, così almeno è stato nei due casi precedenti.A Torino Fca ha il suo principale polo di ricerca, il Crf, una realtà che ha chiuso il bilancio 2015 a 144 milioni di euro, con quasi 900 addetti: ha 2mila brevetti registrati e 122 progetti di ricerca attivi di cui una dozzina avviati nel corso del 2015. Al centro della missione del Centro Ricerche Fiat di Torino lo sviluppo di propulsori, sistemi veicolo e la ricerca sui materiali, sul veicolo connesso e sui carburanti alternativi, a supporto dello sviluppo dei brand di casa Fca.

Proprio queste linee di ricerca saranno al centro del futuro Protocollo con il Mise e con la Regione Piemonte, in un’ottica di grande attenzione verso le tematiche di industria 4.0 e dello sviluppo dei processi di condivisione, digitalizzazione e automazione nella manifattura.L’accordo riguardarderà il Crf ma non solo: secondo quanto risulta al Sole 24 Ore, coinvolgerà non soltanto il Piemonte, ma anche centri ricerca e stabilimenti del Gruppo in altre regioni d’Italia, a cominciare da Campania, Abruzzo. L’universo Fiat Chrysler dedicato alla ricerca è complesso, accanto al centro Ricerche di Torino c'è il polo di Modena, dove è stata sviluppata la piattaforma Giorgio per il lancio dei nuovi modelli di casa Alfa Romeo e dove si sviluppano le nuove soluzioni per Maserati. Accanto al polo di ricerca di Pomigliano e ai focus in Puglia, ad esempio, legati al mondo Magneti Marelli, accanto a Comau per la robotica e le linee produttive e al Powertrain. «Tutte le attività a maggior valore aggiunto di Alfa Romeo sono localizzate in Italia, tra Torino e la via Emilia», ha ricordato nel suo discorso a Cassino Alfredo Altavilla – responsabile Fiat Chrysler nell'area Emea – solo pochi giorni fa. Il punto, dunque, è proprio questo: puntare a fare crescere il patrimonio di sviluppo e ricerca di Fiat Chrysler radicato in Italia. Nel quadro delle linee di ricerca che il Gruppo sta sviluppando a ridosso della “quarta rivoluzione industriale”, come lo stesso Altavilla l'ha definita, che sta trasformando design, ingegnerizzazione del prodotto, tecnologie di simulazione eprototipazione avanzata. A Mirafiori, ad esempio, Fca ha apertoun Centro dedicato all'Additive manufacturing per creare pezzi unici grazie alla stampa 3D. Proprio grazie all'additive manufacturing, ricorda Altavilla, «abbiamo costruito il primo modello della griglia frontale di Giulia».

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