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A Ferrero i biscotti di Delacre

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Industria

A Ferrero i biscotti di Delacre

Continua la campagna acquisti di Ferrero: dopo la turca Oltan (nocciole) e l’inglese Thorntons (cioccolato) ora è la volta della belga Delacre, specializzata nei biscotti gourmet.

Delacre era controllata da United Biscuits, di proprietà del conglomerato turco Yildiz. La transazione, il cui ammontare non è stato precisato, permette al colosso di Alba di inglobare un produttore di biscotti noto in Europa con le “Cigarette russe” e i “Délichoc”.

Delacre fa parte di United Biscuits Group, acquisito alla fine del 2014 da parte del gruppo turco Yildiz. In un comunicato, Delacre sottolinea che «come parte della transazione, il soggetto collegato con Ferrero riprenderà tutte le unità produttive e manterrà i posti di lavoro tanto per i dirigenti che per i dipendenti». Il gruppo ha anche nominato il nuovo ceo, Gregory Jerome, che ha precisato: «Delacre è un produttore-simbolo di biscotti gourmet. Il suo ricco patrimonio è riconosciuto in Belgio e Francia, una premessa per sviluppare ed espandere l’offerta».

Secondo l’analisi di Euromonitor International «per Ferrero l’acquisizione di Delacre è strategica: permette di consolidare la presenza negli Stati Uniti e contrastare la fortissima pressione di Lindt (ha rilevato Russel Stover), Mondelez, Godiva e Mars». Nel più grande mercato del mondo, Ferrero fa leva soprattutto su Nutella, Kinder, Rocher e Tic Tac. Stop invece dalle autorità americane all’ovetto Kinder: il giocattolo-sorpresa costituirebbe un pericolo per i bambini più piccoli (ma non negli altri 90 Paesi dove viene commercializzato).

Dopo Delacre continuerà lo shopping di Giovanni Ferrero? L’azienda non lo ribadisce ma la risposta è presumibilmente affermativa: l’anno scorso, durante Expo, Mister Nutella disse che «in passato la crescita è stata solo affidata a crescita organica. Ogni generazione deve esplorare nuove frontiere e possibilmente portarsi oltre le colonne di Ercole». E infatti dopo sono arrivate le acquisizioni di Thorntons (242 negozi e 158 outlet in franchising nel Regno Unito) per 140 milioni di euro e Delacre: prede “piccole” ma che rafforzano alcuni segmenti di mercati. Oltan invece fattura 500 milioni di dollari e ha accesso diretto alla produzione di nocciole: è costata 257 milioni.

Ferrero International conta su 78 società, 22 stabilimenti produttivi, tre dei quali operano come imprese sociali, e una presenza commerciale in oltre 160 paesi.

Nel 2015 (con chiusura in agosto) il fatturato consolidato della holding Ferrero International è stato, secondo i dati di R&S Mediobanca, di 9,54 miliardi (+13,4%) con un Ebitda di 1,37 miliardi (1,28 l’esercizio precedente) e un utile netto di 514 milioni (636), dopo aver pagato imposte per 375 milioni (271). La multinazionale di Alba ha spinto al massimo sulla crescita effettuando investimenti record per 646 milioni, 109 in più dell’anno prima.

Grazie alle acquisizioni e alla crescita naturale, Ferrero nell’esercizio 2015/16 dovrebbe superare la soglia psicologica dei 10 miliardi e forse puntare sui 10,5 miliardi. Probabilmente con margini più rotondi, grazie al prezzo del cacao che è sceso dai massimi quinquennali di oltre 2.300 sterline/tonnellata sotto i 2.100.

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