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Il Motor Show sfonda quota 200mila visitatori

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Il Motor Show sfonda quota 200mila visitatori

Si chiuderà oltre quota 200mila visitatori il Motor Show 2016, un risultato superiore alle attese di BolognaFiere, unica regista di questa quarantesima edizione del Salone dell’auto, tornato nel cuore della motor valley dopo lo stop del 2015 e del 2013, con in mezzo la deludende kermesse 2014 firmata dai francesi di Gl Events. È una previsione realistica quella dei 200mila ingressi - assicurano i vertici dell’expo - se anche l’ultima giornata di oggi , con il botto finale del Memorial Bettega nell’area 48, confermerà il trend di visitatori in costante ascesa di questo ponte dell’Immacolata.

L’araba fenice è rinata? «Per noi è già stato un successo aprire il 3 dicembre con 41 marchi presenti in fiera e con 19 anteprime nazionali – spiega il dg di BolognaFiere, Antonio Bruzzone - e siamo contenti non solo perché abbiamo centrato l’obiettivo di visitatori, ma per la fiducia che siamo riusciti a riconquistare tra le case automobilistiche e il pubblico: è pieno di famiglie, non solo di appassionati di rombi di motori e odore di gomme bruciate».

La squadra di BolognaFiere artefice della rinascita del Motor Show, capitanata da Rino Drogo, da domani comincerà a lavorare all’edizione numero 41, nella convinzione che nel giro di altre due manifestazioni il salone dell’auto «made in Bo» porterà pure margini di guadagno al quartiere Michelino. Complici la ripartenza del mercato dell’auto – l’anno prossimo il centro studi Promotor prevede sarà battuto il muro dei 2 milioni di immatricolazioni in Italia, con un balzo in avanti dell’11% – e un salto tecnologico tra motori elettrici e veicoli a guida autonoma che accelererà la domanda di sostituzione e anche l’interesse del pubblico.

I temi dell’automotive 4.0 e della e-mobility, tra le sfide di sostenibilità, IoT, digitale, sono stati al centro della maratona di convegni e forum che hanno animato la nove giorni bolognese, cui hanno preso parte non solo i grandi brand delle quattro ruote (da FCA al completo ai bolidi extralusso della terra emiliana dei motori come Lamborghini e Pagani) ma anche i marchi della componentistica e dell’aftermarket. Anelli chiave di una filiera, quella dell’auto, che resta «un settore chiave per la crescita economica- ricorda Alfredo Altavilla, coo Europe and Emea di FCA – e per l’occupazione del nostro Paese: per ogni addetto della casa costruttrice ce ne sono 4 nella catena di fornitura».

Ma non c’è il rischio imminente che già dalle prossime edizioni del Motor Show al rombo dei motori termici si sostituisca il fruscio dei motori elettrici: le tecnologie green stanno facendo passi da gigante, l’auto a guida autonoma è già su strada, ma l’«autoide» del futuro deve fare i conti con i ritardi normativi e infrastrutturali del nostro Paese (dalle colonnine di ricarica ai manti stradali sconnessi) e, soprattutto, con l’elemento imprescindibile della passione di chi si mette al volante e non vuole semplicemente spostarsi da un punto all’altro. L’adrenalina che scorre al Motor Show ne è la testimonianza più evidente.

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