Investitori e istituzioni si sono impegnati ufficialmente in un’aula magna universitaria gremita di un migliaio di persone: Fico-Fabbrica italiana contadina, il più grande parco al mondo sulla biodiversità agroalimentare italiana, aprirà a Bologna il 4 ottobre 2017. Il giorno del patrono di Bologna, a suggellare il legame profondo tra la città e la Disneyworld del cibo promossa da Caab (il locale Centro agroalimentare) e gestita da Eataly World, la newco tra Eataly e Coop. Un’«arca» di 80mila metri quadrati e 130 milioni di euro di valore dove saranno salvaguardate tutte le eccellenze della filiera italiana che parte dai campi (due ettari di orti e allevamenti), passa per la manifattura (con 40 fabbriche di trasformazione) e arriva alla forchetta, con 25 ristoranti, mercati, 10 aule per la didattica, 4mila mq di padiglioni per eventi tra cultura e divertimento.
«Fico è un progetto semplice: vuole essere il più grande luogo al mondo dove celebrare la biodiversità agroalimentare ed enogastronomica italiana – spiega il fondatore di Eataly, Oscar Farinetti, nella cornice seicentesca di Santa Lucia, aula magna dell’Alma Mater –. È un tributo alla fortuna di essere nati sullo 0,2% della crosta terrestre che ha microclima unico, grazie alla latitudine e alla protezione di un mare buono come il Mediterraneo e delle cime alpine e appenniniche, che produce un record di biodiversità. Con Eataly abbiamo portato la tavola italiana agli stranieri, con Fico vogliamo che gli stranieri vengano qui, per toccare e gustare dal vivo la nostra terra e i suoi frutti. È un progetto che coniuga senso del dovere e del piacere, etica e divertimento, cultura e carousel».
Fico significa anche business e turismo, non solo tutela e valorizzazione di tradizione e sostenibilità agroalimentare: 3mila posti di lavoro (di cui 700 dipendenti diretti) a regime nella filiera, 2mila imprese coinvolte (oltre ai 40 marchi presenti direttamente dentro al parco con le loro fabbriche-laboratorio), 2 milioni di stranieri attesi e 4 milioni di italiani, di cui mezzo milioni di bambini e studenti, un giro d’affari annuo stimato in 80 milioni di euro.
E mentre il sindaco della dotta e grassa Bologna, Virginio Merola, sta lavorando all’implementazione di autobus elettrici per collegare direttamente stazione e Fico e far fluire il boom di traffico e visitatori atteso sotto le Due Torri, il dg dell’Enit, Giovanni Bastianelli, ricorda che il cibo è lo strumento di marketing più potente per promuovere il nostro Paese, indiscutibilmente il più bello al mondo come ricorda un altro record: quello dei 51 riconoscimenti Unesco di patrimonio dell’umanità tributati all’Italia. È un brindisi corale metaforico – cui si unisce anche Romano Prodi, seduto tra il pubblico – quello che sigilla l’impegno ad aprire le porte della Disneyland bolognese del cibo per la festa di San Petronio e prendere così permanentemente il testimone di Expo2015.
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