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Sabelli fa acquisizioni e punta a potenziare la quota dell’export

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Sabelli fa acquisizioni e punta a potenziare la quota dell’export

Triplicare la quota dell’export portandola ad almeno il 30% dei ricavi generali, nel medio periodo. Comprare un altra azienda in Europa, per accrescere la propria presenza sul mercato continentale. Rafforzare la struttura produttiva e logistica nelle Marche, attuando il programma di sviluppo avviato con l’ingresso nel progetto “Elite” di Borsa Italiana, anche con l’obiettivo di un’eventuale e futura – ma non ancora decisa – quotazione a Piazza Affari. Sono gli obiettivi della Sabelli spa di Ascoli Piceno, tra i principali player nazionali nella produzione lattiero-casearia, che ha appena acquisito Trevisanalat, realizzando così un gruppo da 120 milioni di euro di fatturato, e diventando il secondo produttore italiano di mozzarella.

«La crescita all’estero, soprattutto nei paesi dell’Europa centrale ed orientale – ricorda l’amministratore delegato Simone Mariani – è una delle priorità del nuovo polo che abbiamo creato, insieme a una diversificazione dell’offerta dei prodotti che deve coprire tutto il mercato di riferimento». Trevisanalat manterrà il ruolo regionale che aveva , se possibile potenzianto nella commercializzazione delle mozzarelle. Sabelli si concentrerà invece sui “premium price” in ambito nazionale, valorizzando in particolare eccellenze e idee di successo come la burrata. Secondo Mariani, che è anche presidente di Confindustria Ascoli, «l’integrazione tra le due aziende non prevede una ristrutturazione che contempli anche la riduzione del personale, soprattutto nella sede veneta. Anzi i progetti di rilancio iniziati con l’ingresso nella “Elite” di Borsa Italiana, mirano ad una crescita delle attività industriali e commerciali che saranno finanziate nei modi che più riterremo opportuni, anche in forme diverse, tra cui anche l’emissione di obbligazioni».

Sul polo ascolano, Sabelli ha già iniziato a muoversi concretamente. Tanto che ha appena comprato quasi tutti i capannoni dell’ex Consorzio Agrario locale - 27 mila metri quadri, tra coperti e non - per un investimento di quasi 2 milioni. Le strutture, adiacenti alla sede storica del caseificio piceno, nella zona industriale Campolungo, ospiteranno magazzini e attività logistiche indispensabili per sostenere il possibile incremento dei volumi produttivi previsti nel medio periodo. «Questa operazione, se le cose andranno come immaginato – sottolinea l’ad – porterà anche ad un aumento dell’organico aziendale. Vedremo come rispondera il mercato alle nostre proposte».

Il gruppo di Ascoli, che da solo genera un fattura di 70 milioni, dando lavoro a 150 dipendente diretti (180 con l’indotto) negli ultimi mesi ha dovuto affrontare anche, in parte l’emergenza terremoto. Il 40% dei suoi 200 suoi fornitori, sparsi nelle aree montane di Marche e Abruzzo, ha accusato delle difficoltà a causa del sisma. «Ma noi abbiamo sempre garantito il prelievo della materie prima sul posto – ricorda l’ad di Sabelli – e le ripercussioni sulla catena produttiva e distribuitiva sono state minime. Ci auguriamo comunque che le autorità sostengano questi allevatori e agricoltori dei Monti Sibillini, che hanno fatto miracoli nelle settimane successive al 24 agosto, e sono da considerarsi dei veri eroi».

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