Inizia il conto alla rovescia in casa Discovery sul tema Olimpiadi. Da una parte c’è tutto il versante prodotto con varie novità (è allo studio un’offerta che poggia sulla realtà virtuale e l’on demand con i nuovi attori del mercato potrebbe giocare un ruolo). Dall’altra parte c’è la questione di diritti di trasmissione sul free-to-air di quello che è senz’altro un evento sportivo di rilevanza nazionale. Su quest’ultimo fronte, a quanto risulta al Sole 24 Ore, in Discovery (che controlla Eurosport i cui due canali in Italia sono pay sia su Sky sia su Mediaset Premium) nel nostro Paese si punta ora a chiudere il cerchio.
Nei prossimi due mesi al massimo si saprà quindi se sarà sublicenza a Rai – opzione alla quale stanno lavorando i vertici italiani di Discovery insieme con quelli di Viale Mazzini – oppure se rimarrà tutto in casa (Discovery ha sul free il canale Nove).
Ricapitoliamo i termini della vicenza. Nel giugno 2015 Discovery ha acquisito i diritti dei giochi olimpici per quattro edizioni (2018, 2020, 2022 e 2024), per una cifra complessiva di 1,3 miliardi di euro. Il 2018 sarà l’anno delle Olimpiadi invernali a Pyeongchang (Corea del Sud) ; il 2020 si terranno i giochi estivi a Tokio e nel 2022 quelli invernali a Pechino. Per i Giochi del 2024, il Cio deve ancora decidere. I diritti includono la trasmissione su tutte le piattaforme, incluso il free-to-air, online e mobile per l’Europa.
L'accordo con il Cio prevede l’obbligo di trasmettere sulla televisione free-to-air 200 ore dei giochi olimpici estivi e 100 ore di quelli invernali. A Discovery spetterà quindi decidere se conferire questi diritti in sublicenza o sfruttare i propri canali in free-to-air. In Italia, per esempio, il gruppo ha 14 canali distribuiti su varie piattaforme, compresa quella free dove trasmette con Real Time, DMax (su cui trasmette il 6 Nazioni di rugby) e Nove, sul canale 9 del Dtt, solo per citarne alcuni. E nella Moto Gp, guardando sempre all'interno del nostro Paese, c'è già l’esempio di Sky che per il free fa tutto in casa con i canali Cielo, prima e Tv8.
Per quanto riguarda le sublicenze sulle Olimpiadi, Discovery ha già chiuso accordi in tal senso nel Regno Unito (Bbc), in Austria (Orf), Croazia (Hrt), Repubblica Ceca (Ceska Televize), Finlandia (Yle), Ungheria (Mtva), Irlanda (Rte), Paesi Bassi (Nos) e Svizzera (Ssr) . La media company Usa ha invece annunciato che in Norvegia, Svezia e Germania sarà distributore esclusivo, anche per il free to air.
Scelte fatte negli altri Paesi e la presenza di un canale Discovery (Nove) fra i primi 10 dell’Lcn, stanno riducendo i termpi della trattativa con Rai. Sulla quale, anche per le prossime edizioni e non solo per quella del 2018, potrebbe pesare l’arrivo sulla scena dei nuovi attori dell’on demand. Insomma, i ricavi per un evento sportivo ora possono arrivare non solo dalla pubblicità e dagli accordi con le piattaforme pay, ma anche da Ott e piattaforme di videostreaming on demand (da Netflix, ad Amazon a Timvision a Chili, alla neonata Vodafone Tv solo per citare alcuni di questi attori oggi presenti nel panorama dei “contenuti televisivi”. Senza contare le possibilità offerte dalla tecnologia. In questo senso, come detto, va considerata la proposta in virtual reality alla quale il colosso Usa starebbe lavorando.
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