L’ottimismo che aveva caratterizzato l’inizio del 2016 non c’è più. Ma il Piemonte guarda all’inizio del 2017 con qualche residua speranza di miglioramento che vada al di là dell’attuale fase di stagnazione. Fabio Ravanelli, presidente di Confindustria Piemonte, ha illustrato i dati relativi alle previsioni per il primo trimestre del prossimo anno e le variazioni, rispetto all’ultimo trimestre del 2016, appaiono limitate. Non mancano aspetti positivi, a partire da una modesta crescita sul fronte occupazionale, da un ritorno in positivo dell’export (dopo un disastroso 2016) e dall’incremento degli ordini.
«Ma non mancano - aggiunge Ravanelli - elementi di preoccupazione. Peggiorano le prospettive per le aziende dei servizi e, in particolare, dell’Ict». Non proprio un segnale incoraggiante in vista della rivoluzione 4.0 su cui punta Confindustria per il rilancio del Paese. Anche le analisi del centro studi di Confindustria Piemonte presentano luci ed ombre. Perché le piccole e medie imprese temono una riduzione della produzione e gli investimenti crescono nel complesso ma in misura estremamente ridotta.
E per le Pmi - sottolinea Ferruccio Dardanello, presidente di Unioncamere - rischia di venir meno il sostegno camerale per le esportazioni, in conseguenza delle scelte del governo di penalizzare le Camere di commercio. Eppure il sostegno era servito, ricorda Dardanello, per portare sui mercati internazionali sempre più aziende anche in una fase di contrazione complessiva dell’export piemontese. Qualche aiuto potrà arrivare dalle banche, con Unicredit e Intesa Sanpaolo che si sono impegnate a sostenere le piccole imprese impegnate sul fronte dell’export o coinvolte nel programma Filiere.
Mentre sul fronte del lavoro la Regione Piemonte ha lanciato, con l’assessore Gianna Pentenero, il “Buono servizi al lavoro”, una sorta di voucher spendibile presso la rete di servizi, pubblici e privati, destinato a disoccupati e alle persone in condizioni di particolare svantaggio. Si tratta di servizi gratuiti rivolti a chi ha perso il lavoro con l’obiettivo di favorirne l’inserimento in impresa.
Tornando alle previsioni per l’inizio del 2017, Ravanelli ritiene che il rafforzamento del dollaro possa favorire l’export piemontese, ma resta il timore pe r eventuali misure protezioniste degli Usa che possano penalizzare alcuni settori, a partire dall’automotive. Per questo le aziende piemontesi devono guardare a nuovi mercati, sperando nella fine delle sanzioni contro la Russia e nella ripresa del Brasile, ma guardando anche a nuovi mercati emergenti.
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