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Almaviva Contact, l’azienda dice no alla riapertura della trattativa

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Almaviva Contact, l’azienda dice no alla riapertura della trattativa

(Ansa)
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Almaviva Contact fa muro contro la possibile riapertura della trattativa sulla sede di Roma. Una presa di posizione forte, quella della società di call center del Gruppo Almaviva, che arriva il giorno dopo la consultazione indetta dalla Slc Cgil fra i lavoratori della sede romana che, in maggioranza (590 “sì” e 473 contrari) hanno chiesto la riapertura del dialogo con l’azienda per firmare l’accordo proposto dal governo che invece non fu firmato dalle Rsu nella notte fra il 21 e il 22 dicembre. E inrtanto i sindacati chiedono un incontro ad azienda e governo per trasformare in un “sì”, il “no” opposto all’accordo. Giovedì alle 12 è convocato un nuovo tavolo al ministero dello Sviluppo Economico per cercare un’intesa.

La vicenda. Insomma, una sconfessione di quanto fatto dalle Rsu appartenenti a tutte le sigle sindacali, anche se poi l’indice è stato puntato in particolare sulla Slc Cgil che di delegati sindacali in azienda ne ha 7 su 15. Nell’ultimo giorno utile per trovare un accordo – alla scadenza dei 75 giorni dopo l’avvio della procedura di riduzione di personale voluta dall’azienda (2.511 esuberi fra Roma e Napoli con chiusura delle sedi) – il Governo ha messo sul tavolo una proposta di mediazione: allungamento del tempo di discussione fino al 31 marzo con copertura, nel frattempo, dei lavoratori con la cassa integrazione. Azienda e sindacati di categoria – oltre che i leader confederali Susanna Camusso (Cgil), Annamaria Furlan (Cisl) e Carmelo Barbagallo (Uil) – avevano dato il placet. Le Rsu di Napoli firmano, quelle di Roma no.

Le conseguenze. C’è chi, fra i lavoratori plaude a questa scelta vista come il rifiuto di un ricatto. Ma il giorno dopo c’è solo lo spazio per prendere atto dell’inevitabilità del licenziamento per 1.666 lavoratori della sede romana. Da qui assemblee, l’indizione della consultazione da parte della Slc Cgil, la raccolta di firme di Fistel Cisl e Uilcom da parte di lavoratori che vogliono l’accordo. Tutte iniziative che tuttavia adesso si scontrano con il niet dell’azienda.

Il no dell’azienda. «Dopo 75 giorni di trattativa, nel rispetto di tempi e modi definiti dalla legge», si legge in un comunicato di Almaviva Contact «apprendiamo oggi, a seguito di sorprendenti dichiarazioni sindacali, che c'è chi vorrebbe cancellare tutto affermando che la totalità delle rappresentanze sindacali di Roma avrebbe agito contro il volere della maggioranza dei lavoratori. Come se i quasi tre mesi di trattativa fossero semplicemente stati un gioco da parte di chi ora vorrebbe rimuovere la responsabilità di agire sulla base di precise leggi in rappresentanza dei lavoratori».

Licenziamenti inevitabili. Continua il comunicato: «In linea con quanto sempre dichiarato e preso atto del pronunciamento unitario delle rappresentanze sindacali, dal 22 dicembre il sito operativo di Roma ha cessato ogni tipo di attività. Oggi, solo chi non conoscesse la normativa o pensasse di ignorarla potrebbe ritenere di riaprire un procedimento formalmente concluso e sottoscritto dalle parti congiuntamente ai competenti rappresentanti dei Ministeri dello Sviluppo Economico e del Lavoro. La norma, infatti, passati i 75 giorni di procedura volta a ricercare ogni strada possibile per arrivare ad un'intesa, non dà spazio a possibilità di ripensamenti successivi, né consente eventuali integrazioni o modifiche al testo d'accordo. L'ipotesi di attivare una trattativa supplementare, oltre che fuori da ogni logica ed in contrasto con il mandato di rappresentanza sindacale dichiarato, risulta inoltre legalmente e tecnicamente impossibile perché invaliderebbe l'intera procedura conclusa con la mediazione del Governo».

I sindacati si rivolgono al governo. I sindacati di categoria – Slc Cgil, Fistel Cisl , Uilcom Uil e Ugl telecomunicazioni – hanno intanto chiesto un incontro all'azienda e al governo, nello specifico al ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, a quello dello Sviluppo Economico, Carlo Calenda e alla sua vice Teresa Bellanova che ha da sempre seguito la vicenda. «Ognuna delle organizzazioni sindacali ha proceduto a effettuare proprie consultazioni dei lavoratori della sede di Roma» – si legge nella lettera firmata dai sindacati – e queste assemblee hanno visto «la partecipazione della stragrande maggioranza dei lavoratori e registrato la maggioranza di consensi a favore della sottoscrizione dell'intesa raggiunta la notte del 21 dicembre scorso», continua la lettera. In considerazione di questo, i sindacati di categoria chiedono «un incontro per una conclusione positiva e la conseguente sottoscrizione del verbale di accordo anche per la sede di Roma».

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