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Dossier Piaget sceglie l’acciaio per il revival anni 70

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    Dossier | N. 35 articoliRapporto orologi

    Piaget sceglie l’acciaio per il revival anni 70

    Il Piaget Polo S in acciaio (nella foto in tre versioni) si rivolge agli appassionati di orologi più giovani. I prezzi: le versioni solo tempo con data da 11.100 euro, il cronografo da 14.800
    Il Piaget Polo S in acciaio (nella foto in tre versioni) si rivolge agli appassionati di orologi più giovani. I prezzi: le versioni solo tempo con data da 11.100 euro, il cronografo da 14.800

    Se il 2016 lascerà traccia del suo passaggio nella timeline evolutiva del mondo dell'orologeria lo farà anche per una tendenza: quella dell'utilizzo diffuso dell'acciaio come materiale costruttivo per casse e bracciali. Una tendenza divenuta tale più per necessità delle maison che per reale richiesta del mercato.
    Affermatosi, non senza iniziale scetticismo, nel mondo dell'orologeria di alta gamma a partire dagli Anni 70 soprattutto grazie all'apprezzamento ricevuto proprio dalla clientela italiana, storicamente trainante in fatto di trend, l'acciaio si è guadagnato negli anni un ruolo importante in virtù di un rapporto costi/resistenza/appeal decisamente senza pari.

    Una “leva” tornata oggi di gran moda in casa delle più importanti realtà orologiere, tanto da far vacillare persino chi, per tradizione e forse anche per principio, al fascino dell'acciaio ha sempre cercato di rimanere immune. Come Piaget (marchio del Gruppo Richemont da 605 milioni di euro di fatturato 2015, l'80% del quale riconducibile all'orologeria, secondo Vontobel). Una manifattura storicamente devota all'oro per le sue collezioni da polso, anche per via della sua doppia anima gioielliera/orologiera. Ora, in attesa di celebrare tra qualche mese il 60esimo anniversario dello storico Altiplano, in questo 2016 che volge al termine Piaget ha scelto proprio l'acciaio per il rilancio di una linea iconica lanciata nel 1979: il Polo. Motivazioni di fondo, la necessità di presentare a listino un modello capace idealmente di intercettare una clientela, seppur sempre alto-spendente, di più ampio spettro, ma anche la volontà di aprirsi a un pubblico di appassionati differente e anagraficamente più giovane. Ragione per la quale il Polo S (S come steel, acciaio) è stato tra l'altro presentato - prima assoluta nel settore delle lancette - via Facebook Live. Un'autentica rivoluzione per un marchio che, tra la manifattura di Plan-les-Ouates alle porte di Ginevra riservata alle creazioni di gioielleria e all'assemblaggio degli orologi, e quella di La Côte-aux-Fées deputata alla realizzazione dei movimenti, produce circa 20mila segnatempo all'anno suddivisi tra meccanici manuali o automatici (15mila) e al quarzo (5mila).

    Proposto in versione solo tempo con data, e cronografo con data, il Polo S porta al debutto due calibri di manifattura appositamente realizzati per l'occasione e si declina in cinque referenze contraddistinte da differenti colori di quadrante: argenté, blu e ardesia per il primo, argenté e blu per il secondo. Look e funzionalità differenti che non hanno impedito a Piaget di mantenere invariata la dimensione della cassa (42 mm) preservando i costi ma anche l'identità del modello.
    Una cassa in acciaio, appunto, che inganna lo sguardo per via di una linea tonda chiamata a coesistere con quella coussin del quadrante in un originale gioco di forme, e abbinata a un bracciale a maglie lucide con sezione longitudinale satinata assemblato a mano con fibbia déployante integrata.
    Il brand non riserva la sua grande capacità di ricerca stilistica solo ai segnatempo maschili. La sua offerta di pregio per le signore è stata premiata quest’anno al Grand prix d’horlogerie, con due vittorie di categoria per i segnatempo Limelight gala milanese bracelet e Protocole XXL «Secrets & Lights» Venise micro-mosaic.

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