A rigirare tra le mani una forchetta di plastica è difficile percepire quanto da un anno all’altro il suo peso piuma sia diventato ancora più piuma. Mettendo insieme milioni e milioni di forchette però l’alleggerimento si sente, al punto che si può dire che il 2016 è stato un anno all’insegna della leggerezza per la gomma plastica. E la leggerezza sarà una delle prospettive per questo settore, visto che il settore si muove sempre più tra innovazione tecnologica e controllo dei costi. Leggerezza significa soprattutto ricerca e innovazione perché la leggerezza è una richiesta che viene fatta a parità di prestazioni e alla parola economicità si affianca sempre efficienza.
Il presidente della Federazione Gomma Plastica Filippo Bettini fa notare che «i nostri sono due settori in cui le aziende trasformano una materia prima e sia che si tratti di gomma naturale o di un derivato del petrolio devono giocarsela tutta sulla capacità di essere innovative». Lo spaccato dei due settori è però diverso. Per il 2016 per il mondo della gomma, spiega Bettini, «si può parlare di una crescita a volume del 3-4% grazie soprattutto alla buona performance dell’automotive». Anche qui però serve una distinzione. «Le forniture dei primi equipaggiamenti hanno avuto risultati molto positivi, mentre il replacement ha risentito, soprattutto in quest’ultimo trimestre, delle condizioni meteo che non hanno forzato o favorito la sostituzione dei pneumatici invernali», precisa Bettini.
Il 2017 sarà invece un anno in cui il comparto della gomma terrà i fari puntati sui prezzi delle materie prime che sono in ripresa e sulle valute, in particolare il dollaro. «L’aumento del costo della gomma – spiega Bettini – è stato del 20% per l’ultimo trimestre del 2016 e si prevede sia così per il 2017. Unito alla stagnazione dei consumi questo potrebbe essere uno dei problemi che le aziende dovranno fronteggiare». Se ci si guarda intorno poi va detto anche che «la Cina ha tirato meno di quanto si pensasse così come anche l’America Latina, mentre la Russia sta scontando il problema dei dazi». L’aumento dei costi delle materie prime in una fase di spasmodica attenzione ai costi assume un forte rilievo perché poi «starà alle aziende trovare il modo di assorbire questo aumento», interpreta Bettini.
Per la plastica invece a fornire il polso del mercato è Paolo Arcelli, Director - Business Insight Division di Plastic Consult che parla di un «2016 partito con ottime prospettive. Poi però nel corso dell’anno i tassi di crescita si sono smorzati, in particolare dopo la pausa estiva». Al punto che pur non avendo ancora i dati esatti si può dire che «il 2016 si chiuderà con una crescita dei volumi di poco superiore all’1%. Se l’auto ha continuato a trainare la domanda di materie plastiche, edilizia e costruzioni sono rimasti ai livelli minimi e i consumi delle famiglie a cui si lega tutto il packaging hanno avuto nel corso dell’anno un calo». Al calo della domanda interna non ha fatto da contrappeso la crescita delle esportazioni. «Tra i nostri principali mercati di sbocco – continua Arcelli – vi sono Germania, Francia e Spagna dal momento che il made in Italy si colloca in una fascia media o medio alta di prodotto. Il rallentamento della domanda europea certamente non ha aiutato». Le prospettive non appaiono scoraggianti pur essendoci molte incognite. «La situazione macroeconomica è stagnante per il nostro paese e per la maggior parte dell’area euro – continua Arcelli -. Date le premesse si può dire che il 2017 proseguirà la piccola crescita del 2016».
In questo contesto che gli addetti ai lavori definiscono di piccola crescita il mondo della gomma plastica guarda con forte attenzione al programma Industria 4.0. «È una rivoluzione nel modo di gestire l’azienda sia per il ciclo passivo che per il ciclo attivo - dice Bettini -. I nuovi paradigmi possono portare grandi vantaggi con più efficienza nella produzione grazie alla capacità di ridurre lo scarto in fabbrica e alla capacità di programmare meglio la logistica. L’azienda digitalizzata porta poi un grande vantaggio sul lato della domanda perché consente di capire come si crea la domanda e dove si crea. Nel settore dei pneumatici, per esempio, la digitalizzazione consente di capire quando ogni cliente dovrà effettuare il cambio dei pneumatici ed offrire un servizio più puntuale e attento. Certamente vorremmo veder riflessa un certo tipo di attitudine anche nel settore pubblico».
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