Offerte definitive entro l’8 febbraio, trenta giorni (salvo proroghe) per l’analisi dei piani con la scelta del vincitore, e poi l’aggiudicazione finale, con il completamento di tutte le fasi successive (compreso il decreto della presidenza del Consiglio dei ministri sul piano ambientale) tra settembre e ottobre. Il commissario dell’Ilva Enrico Laghi, in audizione sul Dl Sud davanti alla commissione Bilancio della Camera (insieme agli altri due commissari Piero Gnudi e Corrado Carrubba), fissa il cronoprogramma delle prossime tappe della cessione degli asset dell’Ilva in amministrazione straordinaria.
I pareri dei tecnici del ministero dell’Ambiente sui piani ambientali proposti dalle due cordate in corsa per l'acquisizione dell’Ilva (si tratta di Am Investco Italy e di AcciaItalia) sono stati trasmessi agli investitori nella giornata di ieri: insieme ai pareri è stata trasmessa anche una lettera con i nuovi dettagli della procedura, nella quale p stato indicato il termine dell’8 febbraio, non perentorio, per presentare le offerte.
Il percorso di cessione degli asset si accompagna al progressivo miglioramento della situazione economica e produttiva dell’azienda. Secondo i dati presentati in audizione, nel 2016 Ilva ha fatto registrare un aumento del fatturato a 2,2 miliardi di euro, dai 2,1 miliardi realizzati nell’anno precedente. Nello stesso periodo il volume della produzione è salito a 5,8 milioni di tonnellate, da 4,7 milioni del 2015 (con un incremento del 23 per cento), sfruttando il 97% della capacità produttiva di ghisa a disposizione (data dal funzionamento degli altiforni 1, 2 e 4). Sul fronte dello spedito invece l’incremento è stato del 17% con 5,5 milioni di tonnellate nel 2016, contro i 4,7 milioni di tonnellate dell’anno precedente; il mix di prodotto si mantiene su alti livelli di verticalizzazione, con un incremento, rispetto all’anno scorso, in settori a più alto valore aggiunto, come per esempio l’automotive.
«C’è stata una ripresa significativa dei prezzi - ha aggiunto Laghi -, trascinata sia da fattori congiunturali, sia da misure antidumping adottate nei confronti di alcuni paesi come Cina e Russia che hanno avuto impatto sui prezzi finiti». Nel periodo, ha aggiunto il commissario, «sono cresciuti anche i costi delle materie prime, ma nel secondo semestre l’azienda è riuscita a trasferire gli incrementi sul prodotto finito». Migliora l’ebitda, il cui dato negativo è calato, lo scorso anno, a 220 milioni da 545 milioni del 2015.
Il commissario Enrico Laghi ha inoltre riferito che, per quanto riguarda il piano ambientale, finora sono stati realizzati interventi per 320 milioni, a fronte di ordinativi per 800 milioni di euro. Quindi, ha assicurato, «copriamo quasi interamente il piano ambientale».
Notizie positive anche per la definizione dello stato passivo di Ilva in amministrazione straordinaria. «Riteniamo che il miglioramento dell’andamento della produzione da una parte, e la circostanza che il piano ambientale abbia una capacità di essere finanziato in misura rilevante da parte delle risorse derivanti dal patteggiamento con le società Riva - ha spiegato il commissario - consenta di prevedere auspicabilmente che questo trasferimento di asset possa avvenire a un prezzo tale che possa costituire anche elemento di ristoro, almeno parziale, per i creditori della procedura fallimentare dell’Ilva».
In risposta alle richieste di chiarimento dei deputati, Laghi ha precisato che «apporre oggi un vincolo di decarbonizzazione» all’Ilva «potrebbe determinare per gli investitori, in termini generali e ipotetici, una diversa valutazione circa l’interesse a eseguire l’investimento». Il commissario ha quindi osservato che «il parere del ministero dell’Ambiente trasmesso ai due investitori, fa ritenere che i piani ambientali, a monte di talune prescrizioni e integrazioni che fossero state richieste, consentano il conseguimento degli obiettivi di tutela dell’ambiente che lo Stato si è prefisso nel momento in cui è stata definita la modalità di gara con la quale giungere all’assegnazione degli asset».
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