Economia

Pannelli solari, Bruxelles prolunga i dazi per 18 mesi

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ANTIDUMPING

Pannelli solari, Bruxelles prolunga i dazi per 18 mesi

(Marka)
(Marka)

La Commissione europea ha deciso di prolungare “solo” per 18 mesi (e non per 2 anni come inizialmente previsto) i dazi sui pannelli solari importati dalla Cina. Lo ha annunciato il primo vicepresidente, Frans Tillermans, al termine della riunione settimanale del Collegio, specificando che al termine degli ulteriori 18 mesi delle misure antidumping scatterà una loro “riduzione graduale” allo scopo di permettere all’industria europea di adattarsi.
Timmermans ha anche puntualizzato che la decisione è stata presa dopo una «attenta analisi» che ha tenuto conto anche delle esigenze delle aziende europee che importano i pannelli dalla Cina per realizzare prodotti finiti.

In origine, l’Esecutivo Ue aveva immaginato di prolungare di 2 anni l’applicazione dei dazi antidumping sull’import di pannelli “Made in China” in vigore ormai dal 2013. Allora vennero accertati sia gli aiuti di Stato e i forti incrnntivi che Pechino elargiva alla propria filiera nazionale, sia l'applicazione di prezzi più bassi per celle e moduli, di quelli praticati sul mercato comunitario.

La proposta originale veniva fiscalmente incontro, però, a tutti quei produttori disposti ad accettare un prezzo minimo (0,56 euro per watt) ed un limite di volume sulle esportazioni. Tuttavia diversi Stati membri hanno rispedito al mittente il piano. La nuova proposta arriva, infatti, dopo che 18 Paesi del blocco hanno votato contro il piano presentato a dicembre 2016.

Del resto, il comparto fotovoltaico è da tempo diviso in due. Da un lato, chi costruisce impianti e vende energia (rappresentato da “SolarPower Europe”) e che ha colto il vantaggio di avere pannelli a basso prezzo per sviluppare filiere alternative. Dall’altro, chi produce celle e moduli (riunito dietro la sigla “Eu ProSun”) e che è più duramente colpito dal dumping cinese.

Lo scorso mese di ottobre, infatti, oltre 400 aziende del settore energia avevano scritto una lettera al commissario Ue al Commercio, Cecilia Malmstrom, con un appello a rivedere la decisione presa nel 2012 ed eliminare i dazi sulle celle e i moduli fotovoltaici cinesi. Pena «un serio impatto sulle possibilità dell’Europa di raggiungere gli obbiettivi climatici».

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