Il Grande Fiume, il Po, torna ad un ruolo da protagonista. La ciclovia Ven.To, che unirà Venezia a Torino, costeggerà il fiume attraversando Veneto, Emilia, Lombardia e Piemonte, coinvolgendo 12 Province e 121 Comuni. «Una grande idea - assicura Alberto Sacco, assessore al Turismo del Comune di Torino - che garantisce ricadute estremamente positive perché permette di coinvolgere un nuovo segmento turistico».
Senza dimenticare, come sottolinea l’assessore all’Ambiente della Regione Veneto, Gianpaolo Bottacin, che occuparsi di ciclovie «significa introdurre temi ambientali di fondamentale importanza, in primis quello della qualità dell’aria». Un tema particolarmente sentito al capo opposto del Po, in quella Torino perennemente alle prese con problemi di inquinamento.
E Antonella Parigi, assessore al Turismo della Regione Piemonte, ricorda che i 679 km di Ven.To - per i quali sono già stati stanziati 91 milioni di euro destinati anche ad altre 3 ciclovie - rappresentano solo uno dei progetti legati allo sviluppo delle ciclovie in Piemonte. Progetti che serviranno al turismo ma saranno utili anche per creare nuova occupazione. E che andranno anche ad interagire con un progetto legato alla completa navigabilità dei Navigli e del Po per portare i turisti, su barche ecologicamente d’avanguardia, dal Lago Maggiore e dal Ticino sino a Milano e poi al Po per raggiungere l’Adriatico e la Laguna di Venezia.
Un turismo “blu” e “verde”, che ha bisogno di interventi per le piste ciclabili e per la navigazione, ma anche per dotare i percorsi di strutture ricettive all’altezza delle nuove sfide. Federico Caner, assessore veneto al Turismo, pensa soprattutto ad una clientela dell’Europa del Nord, ma Elisa De Berti, assessore alle Infrastrutture, sottolinea che la realizzazione della ciclovia serve anche a mettere in sicurezza le tratte ciclabili già esistenti.
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