Economia

In arrivo decreto Mise per il «bio-metano»

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In arrivo decreto Mise per il «bio-metano»

Dopo le consultazioni con associazioni, cittadini e imprese, il ministero dello Sviluppo economico insieme con gli altri ministeri coinvolti (come Ambiente e Politiche agricole) sta lavorando a un decreto per regolare e incentivare il biometano, cioè il metano ad alto rendimento ricavato dalla fermentazione di scarti agricoli, rifiuti e da colture dedicate non alimentari. Il decreto prevede un tetto di 1,1 miliardi di metri cubi, sufficiente a raggiungere il target di consumo al 2020 del 10% sul totale dei carburanti.

Secondo le stime del Cib, Consorzio italiano biogas, le potenzialità del metano di origine vegetale saranno maggiori, con un obiettivo non velleitario e raggiungibile di quegli 8 miliardi di metri cubi l’anno che potrebbero sostituire il combustibile che verrà a mancare per l’esaurimento dei giacimenti nazionali di metano fossile.

«Le aziende sono pronte - ricorda Piero Gattoni, presidente del Cib - e negli ultimi hanno mobilitato investimenti per 4 miliardi di euro creando oltre 1.200 impianti a biogas e 12mila occupati stabili. Il lavoro fatto sino a oggi rappresenta un grande vantaggio sul fronte dei nuovi investimenti sul biometano. Ci auguriamo che il processo normativo si concluda al più presto per dare concretezza a una potenzialità che nel prossimo futuro può rappresentare fino al 15% del fabbisogno nazionale di gas naturale».

Gli associati al Cib hanno messo a punto in questi anni in Italia nuove tecnologie (che il Cib ha registrato con un marchio depositato) poi messe a disposizione delle aziende agricole e in via di adozione in tutto il mondo. Si tratta di tecnologie che permettono di affiancare la produzione di colture energetiche a quelle destinate all’alimentazione, in modo da non generare conseguenze sulla disponibilità di derrate. Queste colture intensive per la produzione di energia e metano riducono il fabbisogno di prodotti di sintesi, rendono i terreni più ricchi di quanto non si abbia con i concimi azotati convenzionali e danno all’azienda agricola una fonte aggiuntiva di margini economici. (R.I.T.)

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