Il mondo dei tour operator e delle agenzie di viaggi si è trasformato negli ultimi 10 anni: la crisi economica, il boom del digitale fai-da-te e le turbolenze internazionali hanno stravolto le dinamiche di mercato. Un terzo dei primi 30 tour operator è sparito, come Teorema, Eurotravel, Rallo Viaggi, Orizzonti. E come I Viaggi del Ventaglio, che ora potrebbe rinascere come franchising con strategie commerciali e piattaforme d’acquisto comuni per villaggi all’estero. Chi è rimasto sul mercato ha dovuto cambiare modello di business o cercare dimensioni maggiori. Secondo quanto riferiscono due autorevoli fonti, che hanno chiesto di non essere citate, i tour operator in Italia hanno visto il fatturato passare dai 7 miliardi del 2007 ai circa 3,5 del 2016. «Per quest’anno – osserva il presidente di Astoi Confindustria Viaggi, Nardo Filippetti (patron di Eden viaggi)- il trend è però molto positivo e possiamo prevedere che il giro d’affari riprenderà a crescere».
Gli ultimi 12 mesi hanno riservato grandi novità. L’ultima mossa è stata del Gruppo Uvet (1.500 agenzie di viaggio), che dopo aver rilevato alcuni network di agenzie, una piattaforma online svedese e aver avviato la gestione di alcuni resort (e dopo il rallentamento della joint venture cinese sull’incoming verso l’Italia, il buco lasciato dall’esperienza Expo e il ricambio di figure chiave del management), è entrata nel tour operating acquisendo la torinese Settemari (80 milioni di fatturato), consolidando una nuova era di aggregazioni che vedono come player attivo il distributore. «In una fase turbolenta – dichiara il presidente del Gruppo Uvet, Luca Patanè - è importante contare su aziende capaci di allargare il mercato e dare più prodotto alle agenzie di viaggio. Siamo un conglomerato turistico e vogliamo crescere creando sinergie tra i rami di business; nel 2016 il giro d'affari è stato di 2.430,7 milioni, ma quest’anno contiamo di passare a 2.728 milioni». L'operazione Uvet-Settemari è il segno di un cambiamento radicale. Aggregazioni verticali (ma al contrario) si erano viste già in Bluvacanze (titolare delle agenzie Bluvacanze, dei villaggi Going e del big dei viaggi d’affari Cisalpina Tours), dal 2015 controllata da Msc Crociere, e fra i network di agenzie Welcome Travel e Geo e le controllanti paritetiche Alpitour e Costa Crociere. Fuori dal coro il network Gattinoni Mondo di vacanze, che ha scelto l’indipendenza. Il tema animerà i lavori della Borsa mediterranea del turismo, a Napoli dal 24 al 26 marzo, dove molti di loro saranno presenti.
Nuove strategie anche fra i tour operator. Il gruppo Alpitour (1.141 milioni di euro di fatturato consolidato nel 2016 e 35,8 milioni di Ebitda), ceduto nel 2012 dalla holding Exor ai fondi Wise e J.Hirsch, è stato risanato ed è stato al centro di rumors sull’ingresso (smentito) di nuovi soci. In un paio d’anni ha messo a segno tre acquisizioni: Press Tours di Milano, specializzata nel lungo raggio, Swan Tour, operatore di Roma forte nel Centro-Sud Italia, e il portale online Sardegna.com. «Stiamo gestendo l’integrazione di questi operatori e ci sono numerose attività in corso, sia in area prodotto sia in tema informatico», spiega il presidente di Alpitour, Gabriele Burgio. Lo scorso anno il gruppo piemontese ha avviato con la sua compagnia aerea charter Neos il progetto di incoming di turisti dalla Cina, su Roma, e ieri ha presentato i nuovi voli da quattro città cinesi su Milano Malpensa.
Integrazione orizzontale anche per l’altro big, Eden Viaggi (ora Eden Travel Group), che ha acquisito da novembre 2016 i marchi Hotelplan e Turisanda. «La parola d'ordine è crescere e raggiungere dimensioni adeguate per competere a livello internazionale – spiega il direttore generale, Giuliano Gaiba –. In termini strategici dobbiamo confrontarci con il mondo digitale e daremo risalto ai nostri plus, sviluppando la componente del servizio». Eden Viaggi ha movimentato 400mila passeggeri nel 2016, con un fatturato di 298 milioni (Ebitda di 6,6) che quest’anno, grazie alle acquisizioni, potrebbe crescere del 30% circa. Lo sviluppo sull'incoming è invece la novità del consorzio Quality Group (121 milioni di fatturato nel 2016), che a Torino riunisce otto brand e sta per lanciare il marchio Italyscape.
Quanto ai villaggi turistici, il 2016 ha visto l’ingresso della holding di partecipazioni Investindustrial in Valtur, con una quota del 90%. A Elena David, già ad di Una Hotels, è stato affidato il ruolo di amministratrice delegata, con il compito di imprimere un cambio di passo. Da qui la scelta di sviluppare lo storico marchio dei villaggi made in Italy in chiave alberghiera, puntando sulla qualità e introducendo la formula week-end (inedita nello scenario dei villaggi) e l'operazione commerciale bimbi gratis fino a ben 13 anni. Tra le strategie adottate, l'apertura al mercato estero per allungare la stagionalità e la vendita su più canali distributivi. «Nella stagione invernale in corso – spiega Elena David - la percentuale di ospiti che ha scelto il week-end è stata attorno al 10%. La promozione sui piccoli rappresenta un nostro punto di forza, tanto che l'impatto delle prenotazioni con almeno un bimbo gratuito sulla stagione estiva 2016 è stato pari al 30%». Punta di diamante dell’offerta Valtur è una destinazione da sogno in Sardegna: il Tanka village di Villasimius.
Il competitor Veratour (177 milioni di fatturato e utile netto di 6,3 nel 2016) ha puntato invece sul potenziamento dell’offerta in destinazioni a lungo raggio e su una rigorosa formula made in Italy, che non favorisce le presenze straniere. «Cucina, animazione, assistenza e miniclub sono i pilastri su cui si basa la nostra offerta», spiega il direttore generale Stefano Pompili. Diversa la strategia di Aeroviaggi (operatore siciliano con 9.700 posti letto tra Sicilia e Sardegna e 85,8 milioni di ricavi nel 2016), che punta sul mercato estero e registra metà presenze francesi e metà italiane. Invece, la società quotata I Grandi Viaggi, con villaggi di proprietà in Italia, ha chiuso il 2016 con ricavi pari a 58,4 milioni e un Ebitda di 6,2 milioni e ora si appresta a rilanciare l’attività di tour operator, nel suo dna dal 1931. Infine, l’operatore pugliese Nicolaus (63 milioni nel 2016) mira a sviluppare gestioni di strutture ricettive che consentano la vendita tutto l’anno e scommette anche sulle ville di lusso per un target estero.
«I villaggi mantengono ancora l’appeal sul cliente italiano – conclude Filippetti -. Una vacanza organizzata è a elevato valore aggiunto, in termini di sicurezza e servizi. Dietro al prodotto dei tour operator ci sono ricerca, professionalità ed esperienza: valori da trasmettere meglio al viaggiatore».
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