Non è soltanto una questione di prezzo o del web che favorisce l’incontro tra domanda e offerta: il successo degli operatori turistici alternativi rispetto a quelli classici (agenzie di viaggio, hotel e tour operator) è diventato un fenomeno strutturale, che si inserisce nel contesto delle nuove modalità di vacanza, a partire dalla scelta di dove alloggiare. Il modello AirBnb, con i suoi 5 milioni di ospiti in Italia, ha fatto scuola e il mercato degli affitti brevi, in ambito turistico e non solo, cresce a ritmi esponenziali. «La sfida è puntare sull’emozione e far vivere un’esperienza – spiega il country manager Italia di AirBnb, Matteo Stifanelli -. Per questo abbiamo lanciato Trips, la piattaforma dedicata alle esperienze, disponibile in 14 città al mondo, tra cui Firenze e Roma, che diventeranno 50 entro l’anno». Altro passo strategico riguarda l'acquisizione di Luxury Retreats, società specializzata in affitti di residenze di lusso e servizi di conciergerie, rilevata il mese scorso.
Secondo una ricerca di PriceWaterhouseCoopers, in Europa il 54% delle transazioni totali di economia collaborativa riguarda il settore “accomodation” e nel 2016 il fatturato di quest’ultimo ha raggiunto quota 15,1 miliardi di euro. «In Italia - spiega Stefano Bettanin, presidente di Property managers Italia e fondatore della piattaforma Rentopolis – la redditività degli immobili gestiti da professionisti è aumentata del 30% nel 2016 rispetto al 2015 e a Milano un appartamento può rendere in media 57mila euro lordi all’anno. Gli affitti brevi stanno conquistando terreno nel segmento dei 2 e 3 stelle tradizionali che non hanno saputo rinnovarsi».
CaseVacanza.it ha calcolato che nel 2016 il business degli affitti turistici è cresciuto del 20% in un anno. Ma le proteste degli operatori tradizionali, hotel in primis, sono fioccate, per concorrenza sleale. E ultimamente alcune Regioni sono intervenute con leggi regionali per ricomprendere le abitazioni in affitto tra le strutture ricettive, con tutti gli oneri accessori: una questione controversa, contestata da Pro.Loca.Tur, l’associazione per la tutela dei diritti dei proprietari che fanno locazione turistica. Intanto, il settore delle piattaforme ricettive online sta assistendo ad una fase di consolidamento. «Stimiamo che Booking.com detenga in Italia circa il 40% delle vendite, seguito da AirBnb con un 30%, da Expedia (proprietario di Homeaways e Homelidays) con un 15%, da TripAdvisor, che controlla FlipKey e HolidayLettings, al 10% e da altri operatori per il restante 5%», dichiara Bettanin.
Il settore alberghiero tradizionale non resta alla finestra. Il gruppo francese Accor ha fatto le sue mosse, entrando nel mondo della sharing economy con l’acquisizione di Onefinestay, il sito specializzato nell’affitto delle case di lusso, e di Travel Keys, il portale americano delle ville. Federalberghi, l’associazione degli albergatori italiani, ha reagito all’invasione di campo fondando Federalberghi Extra, il sindacato delle attività turistico-ricettive extralberghiere, mostrando un'apertura verso tutte le forme di ricettività, purché si svolgano nel rispetto delle regole. La battaglia contro le attività ricettive illecite coinvolge anche il ministero dei Beni e delle attività culturali e del turismo (Mibact), che attraverso il Piano strategico del turismo invita a definire una disciplina unica nazionale per le attività di sharing economy.
Al boom degli operatori alternativi fa da contraltare quello del turismo alternativo, declinati all’insegna dell’ambiente, dello sport attivo e della riscoperta delle tradizioni locali. La community di cicloturisti BikeNBike, ad esempio, è stata pensata per condividere le esperienze sulle due ruote. L’associazione Il Movimento lento diffonde la cultura del viaggio a piedi e in bicicletta e ha un suo tour operator, SloWays, specializzato nei percorsi lungo la Via Francigena. «Nell’anno dei Cammini, il 2016, in Italia 100mila turisti hanno percorso almeno un grande cammino per qualche giorno – afferma Alberto Conte, presidente di Movimento lento -. In un paio d'anni i percorsi turistici a piedi hanno visto raddoppiare le adesioni».
In tema di turismo all’aria aperta parla di previsioni favorevoli per l'estate alle porte Maurizio Vianello, presidente nazionale di Faita Federcamping. «Registriamo un +10-12% di prenotazioni rispetto allo stesso periodo del 2016 - dice -. Nei campeggi la moda impone di suscitare emozioni, quindi si moltiplicano gli investimenti in attrezzature e attività per creare l'effetto sorpresa, dai giochi acquatici al food rispettoso delle nuove tendenze, con angolo vegano e prodotti a km zero nei ristoranti e nei supermarket. Si riduce lo spazio per le tende e si allarga quello dedicato alle mobile home».
Eco-compatibilità e attenzione al design sono altre due tendenze del soggiorno in campeggio. Inoltre, per evitare i problemi di traffico, si sta sviluppando la formula volo low cost più noleggio della casa mobile. Le presenze annuali nei campeggi sono 70 milioni, di cui il 50% straniere. Il portale Campingitalia.it cita Toscana, Veneto e Liguria tra le regioni più richieste il mese scorso per le vacanze en plein air. Anche il filone camperistico è più che mai d’attualità. «Per quest’anno prevediamo un flusso di camperisti in crescita del 10% in Italia – annuncia Francesca Tonini, direttore generale dell’Associazione produttori caravan e camper – e le previsioni per il primo semestre 2017 parlano di un +15% di immatricolazioni di autocaravan e un +12% per l'usato». Il turismo in camper e caravan muove 8 milioni di visitatori italiani e stranieri all’anno (dati Ciset) e produce un indotto economico di 3 miliardi con 53 milioni di notti. Il boom non sarà un fuoco di paglia: hotel e bed & breakfast sono avvisati.
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