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Dossier Mario Bellini: «Il design deve interpretare lo scorrere del tempo»

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Dossier | N. 46 articoliSalone del Mobile 2017

Mario Bellini: «Il design deve interpretare lo scorrere del tempo»

Mario Bellini
Mario Bellini

«Si innova lasciando scorrere il flusso del tempo: anche se gli oggetti della nostra vita quotidiana sono gli stessi che venivano utilizzati duemila anni fa – i tavoli e le sedie, per esempio – i cambiamenti sociali ed economici hanno influito sugli spazi e sugli oggetti. Quello che disegniamo deve raccontare l'epoca corrente». Mario Bellini, classe 1935, è uno degli innovatori nel panorama dell'architettura e del design italiano e internazionale. A meno di un mese del finissage della retrospettiva che gli è stata dedicata dalla Triennale di Milano, “Mario Bellini. Italian Beauty”, è al Salone del Mobile per presentare Bolt Table, un tavolo realizzato per B&B Italia. La collaborazione tra l'architetto, fondatore e presidente della Mario Bellini Architects, e l'azienda italiana è cominciata alla fine degli anni Sessanta e si è cementata nel 1972 con Le Bambole, imbottiti con la forma di maxi cuscini, premiate nel 1979 con il Compasso d'Oro e poi rieditate in una versione contemporanea dieci anni fa, nel 2007. In vista del Salone 2017 Bellini ha lavorato su un oggetto di cui è molto appassionato: «Il tavolo è un arredo presente nella nostra civiltà da secoli e con i valori più diversi: su una tavola si è svolta l'Ultima Cena, sono stati firmati importanti trattati di pace. È uno spazio di dialogo, di convivialità, ma anche luogo di occasioni politiche e rituali». Bolt, nel dettaglio, è un tavolo di ferro, con un basamento formato da tre trafilati a sezione angolare in acciaio, su cui poggia un piano di vetro trasparente.

Uno dei fattori che ha influito e influisce maggiormente sull'evoluzione dei complementi d'arredo, da un lato sul fronte delle lavorazioni, dall'altro su quello dei cambiamenti sociali, è la tecnologia. Per Bellini, uno stimolo e uno strumento: «Non va mitizzata, va considerata un mezzo, una delle tante cose di cui possiamo disporre. Bisogna essere curiosi, tenersi informati, avere rispetto verso la tecnologia ed essere pronti a utilizzarla al servizio del pensiero. A guidare la progettazione, tuttavia, rimane la capacità di interpretare il proprio tempo. Bellini, che ha collaborato con Olivetti alla realizzazione del primo pc al mondo, l'Olivetti p101, di sé dice «di aver sempre avuto una curiosità senza fine. Lavorando come consulente per Olivetti mi sono divertito e arricchito: ho dato forma a una nuova generazione di dispositivi elettronici che prima non esistevano, trasformando dei meccanismi in macchine “addomesticate”, disponibili a un rapporto con l'uomo e con lo spazio».

Sono molti i progetti nell'agenda di Mario Bellini. Tra quelli su cui sta lavorando spiccano « una serie sedie che pur essendo realizzate in una materia plastica sono comode come una sedia imbottita» e «un museo permanente che avrà sede a Roma, nei Fori Romani: si chiamerà Antiquarium e racconterà le origini di Roma antica». Quello nella Capitale è un progetto di architettura che Bellini sta gestendo «con delicatezza e rispetto» proprio perché va a trasformare una zona ad altissimo valore storico: è costruito sui templi di Venere e Roma, nel cuore archeologico della città. «Mi piace lavorare sulle strutture esistenti - dice – purchè si lavori in un contesto di qualità. Nel caso di MiCo (Milano Congressi, nell'area Fieramilanocity) ho ripensato un progetto che io stesso avevo fatto vent'anni prima: mi sono divertito molto», chiosa l'architetto che nel 2005 ha posto la sua firma anche su un altro iconico museo internazionale, il Dipartimento di Arti Islamiche al Museo del Louvre, a Parigi.

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