Economia

Il vino italiano da record spinto da cooperative e cantine private

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Rapporto Mediobanca

Il vino italiano da record spinto da cooperative e cantine private

(Marka)
(Marka)

Il vino italiano si conferma volàno dell’alimentare e anche nel 2016 mette a segno l’ennesima performance dell’export, portando il nuovo record a 5,8 miliardi. Un risultato generato soprattutto dal traino del Prosecco, i fermi sono stabili. Comunque un modello di successo che si basa sia sull’imprenditorialità diffusa della cooperazione sia su quella privata.

Quest’anno il Rapporto Mediobanca sul vino sottolinea l’ennesimo anno di crescita del comparto (fatturato ed export) e la staordinaria forza di alcune aziende, cooperative e private, che grazie a una strategia particolare sono riuscite a realizzare delle performance rilevanti.

I PRIMI DIECI GRUPPI DEL VINO PER FATTURATO
Fatturato anno 2016. Valori in milioni di euro e risultato netto. (Fonte: Mediobanca)

Al Top
Prima però il dato che le prime due cantine Top sono frutto della cooperazione (Cantine riunite e Caviro) e insieme sommano 870 milioni di ricavi, con 110 milioni di export. Nell’ultimo biennio le due cooperative sono cresciute poche, sotto la media, ma rimangono i leader (a volume) del vino italiano

Sempre nel mondo cooperativo spicca La Marca vini e spumanti i cui ricavi sono balzati del 34% a 101 milioni. Tra le cantine non cooperative, Santa Margerita ha guadagnato il 33% a 157 milioni grazie, soprattutto, al lancio in proprio della società d’importazione americana. Questa ha richiesto investimenti per 14 milioni ma ora la società della scuderia Marzotto controlla direttamente un business di 50 milioni.

Ottime le performance anche di Villa Sandi (+21%) e Cantine Lunelli (+14%). La prima, esporta soprattutto Prosecco e ha colto in pieno il boom delle bollicine mentre la società trentina persegue una strategia di crescita organica (con il brand Ferrari) e per linee esterne che recentemente le ha permesso di acquisire le Cantine Bisol, un brand di Conegliano Valdobbiadene. I Lunelli puntano esclusivamnete sulla qualità del prodotto, sia quando si tratta di metodo classico che di Prosecco.

A confronto
Quanto al confronto internazionale, l'aggregato dei 14 maggiori produttori internazionali quotati chiude il 2015 con un fatturato in progresso del 12% e incidenze dei margini industriali sulle vendite in rialzo: Mol al 25,3% e
Utile operativo al 22,1%. Si ricorda che le vinicole italiane non cooperative hanno segnato nel 2015 un aumento del fatturato del 5,5% e margini sul fatturato pari al 13,1% (Mol) e al 9,5% (utile operativo). Il Roe delle internazionali è stato pari al 15,9% contro il 7,9% delle italiane non cooperative.

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