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BATTAGLIE LEGALI

Il caso petrolio in Basilicata: la Regione ricorre al Consiglio di Stato contro l’Eni

Agf
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Continua la battaglia legale tra l’Eni e la Regione Basilicata dopo la sospensione delle attività del Centro Olio Val d’Agri. Il Tribunale Amministrativo Regionale della Basilicata dà ragione alla compagnia petrolifera accogliendo il ricorso per l’annullamento delle diffide (del 28 febbraio 2017, del 14 marzo 2017 e del 22 marzo 2017), ma la Regione Basilicata, che in un primo momento non era intenzionata a ricorrere al Consiglio di Stato, ritiene ora di «dover difendere, nelle sedi a ciò deputate, le ragioni poste alla base dell’atto amministrativo annullato dal Tar».

Di qui la richiesta del presidente della Regione, Marcello Pittella, ai competenti uffici della Regione di predisporre gli atti necessari per impugnare dinanzi al Consiglio di Stato la sentenza n. 346/2017 emessa dal Tar per la Basilicata, pubblicata il 26 aprile. Per quanto, la sentenza in questione «non produca alcun effetto nella vicenda legata alla chiusura del Centro Olio di Viggiano, atteso che l’attività del Cova risulta comunque sospesa per effetto di un’altra delibera della Giunta regionale (N.322/2017)», la Regione Basilicata ha comunicato la sua decisione di «dover difendere» le sue posizioni.

«In particolare – sottolinea la Regione - non corrisponde al vero l’affermazione, contenuta nella sentenza del Tribunale amministrativo regionale per la Basilicata, secondo la quale l’adozione degli atti impugnati dalla Regione sarebbe avvenuta “senza lo svolgimento di attività istruttoria, di accertamento o di proposta da parte dell’Arpab”». A tal proposito, il dipartimento Ambiente della Regione Basilicata ha tenuto a puntualizzare che «le diffide sono state conseguenti ad una puntuale e approfondita attività di verifica e di accertamento espletata da tutti gli organi competenti, fra cui l’Arpab, da cui è emersa l’assoluta necessità di precludere l’utilizzo dei serbatoi privi dei doppi fondi, al fine di garantire la salvaguardia della salute pubblica e la tutela ambientale».

Un querelle ancora aperta, quindi, tra la compagnia petrolifera e la Regione che ha deciso di proseguire nel giudizio, pur aveva di fatto ottenuto quanto sancito nelle diffide (in sostanza, l’uso dei serbatoi senza doppio fondo pena la sospensione delle attività in Val d’Agri), dopo lo stop del Cova conseguente alla delibera della giunta regionale del 15 aprile 2017 (pubblicata sul numero speciale del Bollettino ufficiale della Regione Basilicata n. 9/2017).

Questioni, che al di là del contenzioso legale saranno al centro del fitto calendario di incontri fissato dopo il primo maggio o, secondo una lettura più politica della vicenda, dopo le primarie, con la questione petrolio ritornata più volte nei dibattiti del governatore della Puglia Emiliano e dell’ex-premier Renzi e nelle accuse mosse dal primo, l’ultima proprio a Matera, di un Pd «soggiogato dal partito dei petrolieri».

Primo incontro martedì 2 maggio, giorno in cui la Regione Basilicata si pronuncerà sulle autorizzazioni necessarie a dare il via all’impianto mobile della Syndial, arrivato in Val d’Agri, dieci giorni fa dalla Sardegna per il trattamento delle acque di scolo, prima di inviarle al depuratore. Un impianto, la cui capacità di trattamento arriva fino a 30 metri cubi all’ora, necessario per lavorare le acque sul posto, attualmente gestite dalle centinaia di autobotti cariche di acque da caratterizzare, prima dell’invio al depuratore. Mezzi che hanno ormai saturato l’intero piazzale del Centro Olio e per i quali si è dovuto far ricorso anche ad autorizzazioni di urgenza per l’impossibilità di occupare altri spazi e disporre di ulteriori mezzi. Ma anche sulla soluzione impianto mobile non sono mancate le perplessità di alcuni gruppi e movimenti del «no» e di alcuni amministratori. La Regione, prima di dare l’ok, ha voluto fare alcune verifiche sulla capacità di trattamento e sulla successiva possibilità di convogliare le acque trattate direttamente nel depuratore della zona industriale. Per la gestione dell’impianto Eni, attualmente affidato a tecnici specializzati provenienti da Fano, la società ha annunciato che in seguito si servirà di tecnici lucani appositamente formati.

Il secondo appuntamento relativo alla questione petrolio è per mercoledì 3 maggio, ore 10.30, nella sala Dinardo al piano terra del palazzo della Giunta regionale a Potenza. In questa data è fissata la riunione del Consiglio regionale della Basilicata. In apertura è previsto il dibattito sulla comunicazione svolta nella seduta del 19 aprile dal presidente della Regione Marcello Pittella in merito alla sospensione delle attività del Centro oli di Viggiano. Dibattito di interesse, per conoscere le diverse posizioni in consiglio, proprio in vista dei successivi incontri che attendono la Regione. Seguiranno l’appuntamento di Roma, il 4 maggio, dove è prevista la riunione del tavolo tecnico al Ministero per fare il punto sulle misure di emergenza in atto dopo lo sversamento di greggio da uno dei serbatoi dell'impianto, che ha portato la Regione ad adottare delibera di sospensione delle attività del Cova. E il 9 maggio, negli uffici della sede della Regione Basilicata, per la conferenza di servizi nel corso della quale si dovrà discutere ed approvare il nuovo piano di caratterizzazione inviato dall’Eni, che è necessario e propedeutico alla bonifica dell’area del Centro Olio di Viggiano interessata dalla perdita di petrolio.

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