Economia

E-commerce B2B, un business che in Italia vale 310 miliardi

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imprese e digitalizzazione

E-commerce B2B, un business che in Italia vale 310 miliardi

Un aumento di un quasi un quinto toccando i 310 miliardi di transato attraverso le piattaforme online. È un trend positivo quello che presenta l’Osservatorio fatturazione elettronica ed ecommerce B2B al convegno «Digital B2b: le fondamenta dell’Italia digitale» che domani sarà organizzato dal Politecnico di Milano. Pensando invece ai 2.200 miliardi tra beni e servizi che nel 2016 si sono scambiate le imprese italiane nei rapporti B2B ci si rende conto degli ampi spazi di miglioramento.

In altre parole i progressi nella digitalizzazione della catena del valore tra le imprese ci sono ma i risultati finora raggiunti non soddisfano Alessandro Perego, Direttore scientifico osservatori digital innovation del Politecnico di Milano. «In generale avvertiamo una maggiore sensibilità da parte delle imprese verso le opportunità offerte dall’ecom B2B inteso come ripensamento digitale del modo in cui un’organizzazione funziona e si relaziona con i propri clienti e fornitori - osserva -. Questa ora deve diventare una priorità per tutte le aziende e per il Sistema paese».

Per la prima volta l’Osservatorio analizza la «filiera delle filiere», rete con oltre 5 milioni di imprese che dalle materie prime realizzano i beni che entrano nelle case dei consumatori. Un sistema da 2.200 miliardi di giro d’affari tra le imprese in Italia. In termine di valore i maggiori volumi sono scambiati tra produttori e rivenditori (18%) e tra fornitori di semilavorati e produttori (16%). Seguono ex aequo al 14%i rapporti tra i fornitori di materie prime e quelli di semilavorati e tra grossisti e rivenditori. Un altro 10% è intermediato tra produttori e grossisti e un 7% tra fornitori di materie prime e i produttori. La parte restante è rappresentata dalle operazioni B2B tra l’intera filiera e altri fornitori di servizi come, per esempio, logistica, tlc, edilizia. «L’eCommerce B2B è diffuso, per oltre il 50% delle operazioni, nei rapporti tra produttori e rivenditori e per circa il 30% tra produttori e fornitori - sottolinea Irene Facchinetti, direttore dell’Osservatorio -. «Sono 120mila le imprese che hanno percorso la via digitale del “procure-to-pay” (Edi, eProcurement, portali B2B e fatturazione elettronica ndr) e in cinque anni sono più che raddoppiate». In un caso su due sono le grandi aziende, un quarto delle Pmi ma le vere assenti sono le microaziende. Per ora il B2B è affare per un gruppo di pionieri ma l’Osservatorio evidenzia come le imprese mettano questi strumenti tra le priorità d’investimento nel prossimo triennio. Per esempio il 60% prevede di investire nella digitalizzazione delle transazioni verso clienti e fornitori e tre su quattro in soluzioni collaborative come, per esempio, il monitoraggio della filiera.

LE FILIERE
Giro d'affari delle transazioni B2B tradizionali ed e-commerce. Dati in mlrd di euro (Osservatorio Polimi)

C’è poi il capitolo eProcurement che conta su quasi 250 portali implementati da grandi aziende per i loro network commerciali supportando, in particolare, i processi di selezione e qualifica dei fornitori con una accelerazione impressa negli ultimi tempi per quanto riguarda le fasi di negoziazione e acquisto. La quasi totalità supporta le funzioni di eSourcing compreso l’intero processo di qualifica dei fornitori. Alla piattaforma online di McDonald’s utilizzata da una decina di anni per la gestione degli acquisti diretti e indiretti sono iscritti oltre 1.200 fornitori. È questa la via da cui transita la quasi totalità delle commesse legate all’ambito delle costruzioni, con circa 50 gare online l’anno.

In Costa Crociere e Aida, altra società che fa capo al Gruppo Carnival, da quasi cinque anni si usa la piattaforma di e-procurement made in Italy TesiSquare a cui accedono 2.600 fornitori e gestisce circa 200mila ordini l’anno. «Abbiamo registrato un deciso miglioramento del livello di servizio - osserva Marco Diodà, Vice President Procurement & supply chain di Costa Group -. C’è più efficienza e rapidità nella trasmissione degli ordini e monitoriamo le performance dei fornitori della supply chain».

Il 60% dei portali analizzati supporta gli acquisti da cataloghi elettronici, usati per l’acquisto di beni e servizi indiretti. La tendenza che si sta facendo strada è di puntare a una maggiore integrazione con gli strumenti di esourcing attraverso accordi quadro negoziati online. In questo modo vengono gestiti volumi significativi di merci il cui importo è molto basso.

In questa progressiva evoluzione in chiave digitale si punta a chiudere il cerchio con lo scambio dei principali documenti generati dal ciclo dell’ordine inclusa la ricezione delle fatture.

Dal 1° gennaio il Sistema di interscambio (Sdi) è aperto alle aziende private, quelle registrate sono oltre 8mila, e nel primo trimestre ha gestito poco più di 10mila file fattura contro i quasi 7,4 milioni destinati alla Pa.

L’Osservatorio ha analizzato l’impatto dell’ecom B2B nei rapporti tra le aziende private. Tra le filiere più mature c’è l’automotive, con un transato di 160 miliardi, di cui la metà con l’ecommerce in Italia. Risultati ottenuti in un quarto di secolo con l’adozione delle prime soluzioni Edi per lo scambio elettronico dei documenti. Oggi i magazzini sono condivisi con i partner commerciali, si gestisce l’assistenza, la formazione oltre a ordini e fatture. Situazione diversa nel largo consumo, al primo posto per valore con un tasso di transato al 18%, dove il digitale fatica a farsi largo tra tante realtà piccole e micro. Sono i grandi produttori a creare portali per eprocurement, soluzioni Edi, a supporto del ciclo dell’ordine e ambienti collaborativi. La via di una maggiore efficienza in azienda può passare anche da un portale.

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