Qual è il ruolo dell'Italia nel mercato globale dell’industria alimentare? Quanto potrà pesare la qualità dei prodotti del Bel Paese negli scenari a venire del food? Come intercettare in maniera innovativa la domanda internazionale? Parte da questi interrogativi la quinta edizione del Forum Food & Made in Italy organizzato dal Sole 24 Ore, in corso in queste ore all’interno della sede del quotidiano di via Monte Rosa, con la partecipazione di alcuni tra i maggiori stakeholder di settore.
«Confermiamo il nostro impegno perché tutti gli strumenti che abbiamo immaginato vengano messi a disposizione delle imprese. Stiamo lavorando alla nuova programmazione e al nuovo decreto sulla promozione. In questo ultimo periodo c’è stata la dimostrazione che abbiamo fatto un buon lavoro di squadra», ha detto il ministro delle Politiche agricole Maurizio Martina nel suo intervento al Forum. «A questo punto della legislatura ogni giorno è buono per fare passi in avanti su diversi provvedimenti come il collegato agricolo. Abbiamo fatto decreti su biologico e riso, ce ne attendono altri su temi come la riforma della Agea, tema complesso su cui si trascina un pregresso di natura giuridica. Con il decreto Mezzogiorno abbiamo destinato 50 milioni di fondi europei per il ricambio generazionale nelle imprese del Sud. Questa settimana arriverà la circolare applicativa sui contratti di filiera su cui abbiamo allocato 60 milioni».
«In più - ha concluso - metteremo gli strumenti di sostegno al reddito per chi fa agricoltura al centro del tavolo del G7 per l’agricoltura, che si terrà a ottobre a Bergamo. Il settore si confronta tutti i giorni con il problema del cambiamento climatico che vale in Italia come per il resto del mondo».
Ad aprire i lavori, in mattinata, Alberto Zunino, partner e managing director di Boston Consulting che, nella sua relazione introduttiva dal titolo «Possiamo ambire a una leadership mondiale», ha puntato la lente su concetti quali «lo storytelling dei prodotti come chiave per il loro accesso ai mercati» e «le sfide dell’industria 4.0 per una conoscenza fondata su raccolta e la comparazione delle informazioni a vantaggio del consumatore».
«Il made in Italy alimentare non ha mai vissuto un momento magico come quello attuale. La domanda è enorme, ’'export avanza ma queste opportunità non vengono colte da tutti». A parlare è il presidente di Federalimentare Luigi Scordamaglia. «Le dimensioni delle imprese sono a volte un problema. Ci sono piccole aziende che ragionano da one man shop ma nel mercato globale non è possibile. Serve managerializzazione». Quindi Scordamaglia si è soffermato sul neoprotezionismo: «Non nasce con Trump, ma anche l’amministrazione di Obama, nell’ultima fase, ha intrapreso decisioni protezionistiche. Bisogna confrontarsi con il problema con consapevolezza e adeguate conoscenze».
Per il presidente di Granarolo Gianpiero Calzolari «non c’è mai stato questo grande interesse verso il prodotto italiano, ma l’internazionalizzazione deve essere un obiettivo da centrare in maniera intelligente, facendo leva sulle competenze delle aziende».
Tecnologie decisive per lo sviluppo dell'industria alimentare, in Italia come all’estero. Il tema degli investimenti in processo è stato quindi affrontato da una specifica tavola rotonda all’interno del Focus Food & Made in Italy del Sole 24 Ore con gli interventi del ceo di Newlat Stefano Cometto, del consigliere delegato di Ima Andrea Malagoli, dell’ad di Cft Group Alessandro Merusi e del presidente costruttori affettatrici, tritacarne e affini Andrea Salati Chiodini.
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