Economia

Agricoltura italiana in ginocchio per la siccità

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EMERGENZA A PARMA E PIACENZA

Agricoltura italiana in ginocchio per la siccità

(Ansa)
(Ansa)

Le temperature tropicali stanno mettendo in ginocchio l'agricoltura italiana. Il Consiglio dei ministri ha decretato oggi lo stato di emergenza nelle province di Parma e Piacenza. L'Emilia Romagna, dove si concentra il 35% della produzione agroalimentare made in Italy, è infatti una delle regioni più colpite. Ma in situazione critica sono anche Sardegna, Toscana e Veneto che hanno già chiesto al Governo lo stato di emergenza. Non va meglio nelle altre regioni e dal Nord al Sud , secondo le stime della Coldiretti, si contano danni per oltre un miliardo. Una valutazione regione per regione è ancora prematura, perchè la situazione è in evoluzione.

Le coltivazioni in sofferenza
La Coldiretti ha però tracciato una mappa dello stato delle diverse colture. In Emilia sono in sofferenza tutte le colture dal pomodoro ai cereali ma anche gli ortaggi, mentre in Lombardia il caldo ha già tagliato del 20% la produzione di latte. In Sardegna i produttori denunciano crolli del 40% delle produzioni. Il Toscana scarseggiano i foraggi e rischia il crollo la produzione di miele. In Umbria dove il fieno è insufficiente si stanno seccando anche girasoli e mais, mentre nel Lazio tra grano, ortaggi, frutta cereali e pomodori è a rischio il 40% dei raccolti.

Altissimo l'allarme incendi in Piemonte. In Campania, in particolare nel Cilento e nella piana del Sele - denuncia la Coldiretti - ci sono problemi per gli ortaggi e la frutta, ma anche per la mozzarella di bufala perché la mancanza di acqua mette in crisi gli allevamenti e i caseifici, mentre in Puglia perdite di produzione, aumento dei costi per le risemine, ulteriori lavorazioni, acquisti di nuove piantine e sementi sono gli effetti della siccità con gravi danni al granaio d'Italia nelle province di Foggia e Bari, si denuncia una perdita del 50% della produzione. In Basilicata c'è un problema per le albicocche, non c'è infatti una gradualità di maturazione e la produzione sta arrivando tutta insieme sui mercati rafforzata da quella portando così al collasso le quotazioni.

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Servono interventi strutturali
«Gli agricoltori sono già impegnati a fare la propria parte per promuovere l'uso razionale dell'acqua, lo sviluppo di sistemi di irrigazione a basso impatto e l'innovazione con colture meno idro-esigenti - ha dichiarato il presidente della Coldiretti, Roberto Moncalvo - ma di fronte alla tropicalizzazione del clima se vogliamo continuare a mantenere l'agricoltura di qualità, dobbiamo organizzarci per raccogliere l'acqua nei periodi più piovosi con interventi strutturali che non possono essere più rimandati».

Fenomeno eccezionale
«L'ondata di caldo e siccità di queste ultime settimane è un fenomeno eccezionale - ha dichiarato il presidente della Confagricoltura Massimiliano Giansanti - ma non deve stupire visto che da tempo siamo entrati in un quadro climatico che rischia di modificare profondamente l'attività agricola che già si confronta con questi fenomeni estremi, e soprattutto con due questioni fondamentali: siccità ed alluvioni». Giansanti ha ricordato che a preoccupare maggiormente gli esperti è la mancanza all'appello circa 20 miliardi di metri cubi d'acqua sull'intero territorio nazionale. Secondo il numero uno di Confagricoltura il settore agricolo è il più vulnerabile, ma rappresenta anche uno dei principali strumenti per contrastare fattori di rischio come il dissesto idrogeologico, l'erosione, il consumo del suolo, gli incendi. Confagricoltura sottolinea poi che, negli ultimi anni è aumentata la superficie irrigata con microirrigazione, inoltre «l'agricoltura non consuma acqua, ma dopo il suo utilizzo la restituisce alle falde freatiche». L'Anbi (associazione nazionale delle bonifiche), da parte sua, ha rilanciato la richiesta di accelerare il piano nazionale degli invasi.

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