Il commercio estero a maggio riprende a correre, dopo la battuta d’arresto di aprile. Lo rileva l’Istat, che registra una crescita delle esportazioni del 13,1% su base annua (+1,2% sul mese). Un’impennata si rileva anche per l’import, che in termini tendenziali sale del 17,5% (+3,2% il congiunturale), la maggiore crescita dal maggio 2011.
Si confermano dunque le indicazioni emerse anche ieri durante la presentazione del Rapporto Ice 2016-207 “L’Italia nell’Economia internazionale” in cui era stato messo in evidenza il +6,6% dell’export nei 4 mesi dell’anno. Percentuale salita all’8% nei primi cinque mesi dell’anno, con un avanzo commerciale che raggiunge 14,6 miliardi (+28,8 miliardi al netto dei prodotti energetici) con una sostenuta crescita anche per l’import (+11,7%) rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.
La crescita congiunturale dell’export è determinata dall’incremento delle vendite sia verso i mercati extra Ue (+2,2%) sia, in misura minore, verso l’area Ue (+0,4%). Positivo, sebbene in leggera diminuzione, anche il dato sul surplus commerciale, pari a 4,3 miliardi di euro (contro i +5 miliardi a maggio 2016).
Per quanto riguarda i settori che contribuiscono in misura più rilevante alla crescita dell’export, incrementi significativi si registrano per metalli di base e prodotti in metallo, esclusi macchine e impianti (+15,5%), macchine e apparecchi n.c.a. (+12,2%) e prodotti tessili e dell’abbigliamento, pelli e accessori (+9,1%).
L’exploit delle esportazioni su base annua «riguarda sia l’area extra Ue (+13,9%) sia quella Ue (+12,6%)», comunica l’Istat nella nota di accompagnamento ai dati. Per quanto riguarda i settori che contribuiscono in misura più rilevante alla crescita dell'export, incrementi significativi si registrano per metalli di base e prodotti in metallo, esclusi macchine e impianti (+15,5%), macchine e apparecchi n.c.a. (+12,2%) e prodotti tessili e dell'abbigliamento, pelli e accessori (+9,1%). Rispetto ai principali mercati di sbocco, si segnala la marcata crescita tendenziale delle esportazioni verso Stati Uniti (+16,0%), Francia (+12,5%) e Germania (+12,4%).
Guardando ai singoli Paesi, l’Istituto segnala una crescita «sostenuta» delle vendite verso i paesi Mercosur, ovvero Brasile, Argentina, Venezuela, Paraguay, Uruguay (+38,1%), Cina (+35,1%), Russia (+26,6%), Polonia (+17,5%) e Romania (+17,4%). Anche l’aumento dell’import (+17,5%) è determinato da «entrambe le aree di sbocco (+22,3% per l’area extra Ue e +14,2% per l’area Ue)», ma a fare la differenza, segnala l’Istat, è il «forte incremento degli acquisti dal Giappone (+125,1% dovuto anche all'acquisto di mezzi di navigazione marittima)».
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