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L’Italia batte la Germania nell’export

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mercati globali

L’Italia batte la Germania nell’export

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Due punti davanti alla Germania. Mentre Parigi è addirittura “doppiata”. Se in termini di prodotto interno lordo i risultati italiani, seppure in miglioramento, sono ancora al di sotto del livello dei nostri partner, nell’export il discorso è ribaltato. Lo scatto delle vendite oltreconfine nei primi sei mesi dell’anno, un progresso dell’8% già brillante in senso assoluto, assume un valore ancora superiore se parametrato alle performance delle maggiori economie continentali, comunque positive.

Il ritrovato slancio del commercio internazionale è infatti evidente nei dati dell’intera area euro, che nel semestre aumenta le vendite extra-Ue del 7,9%, di oltre sette punti nel commercio interno.

Nei mercati più remoti il nostro risultato è superiore alla media mentre nel dato globale l’Italia riesce a fare meglio dei principali esportatori continentali, con Berlino che limita i progressi dei primi sei mesi al 6% (a giugno la crescita annua è stata di appena lo 0,7%) mentre per Parigi il progresso è di soli quattro punti.

Nei maggiori mercati di sbocco extra-Ue le nostre performance sono sempre superiori alla media, in qualche caso con risultati eclatanti. Come ad esempio nei confronti degli Usa (+9,9% il nostro export semestrale, crescita più che doppia rispetto all’intera Europa), o della Cina (+18,8% l’Europa, per noi dieci punti in più).

In valore assoluto il progresso dei primi sei mesi per il nostro export è pari a 16,5 miliardi di euro e proiettando per l’intero anno il trend del periodo gennaio-giugno, a dicembre gli incassi potrebbero superare i 450 miliardi di euro, 33 in più rispetto al record in valori correnti realizzato lo scorso anno, in significativa accelerazione rispetto al magro +1,2% del 2016.

IL CONFRONTO TRA I BIG EUROPEI
Variazione percentuale sul I° semestre 2016. (Fonte: Eurostat)

Il cambiamento di clima internazionale è evidente confrontando la lista dei paesi “in rosso” nel 2017 e nel 2016. Tra gennaio e maggio (ultimo valore Istat disponibile nella banca dati completa per singola nazione) dei 230 paesi monitorati sono 60 quelli in cui il nostro export arretra e tra questi non figura alcun mercato prioritario. Nel 2016 in rosso erano finite invece ben 110 nazioni, quasi la metà in termini numerici, tra cui mercati di sbocco per nulla marginali per i nostri prodotti come Cina, Russia, Brasile e India. La “riscossa” del made in Italy, in effetti, arriva ora in particolare proprio dai Bric’s, capaci di invertire la rotta con acquisti di beni in crescita a doppia cifra, sistematicamente ormai da molti mesi: in valore assoluto i loro acquisti di made in Italy crescono nel semestre di 2,6 miliardi di euro. Il singolo contributo positivo più ampio in termini assoluti è però in arrivo dagli Stati Uniti, maggiore mercato di sbocco extra-Ue si per l’Italia che per l’intera Europa, dove gli acquisti di prodotti italiani crescono di 1,8 miliardi di euro rispetto allo stesso periodo del 2016. Non dissimile il risultato in Cina, un miglioramento del 28,4% che si traduce in 1,44 miliardi di incassi aggiuntivi per le nostre imprese, che incrementano anche di 740 milioni le vendite in Russia, ormai tornata stabilmente in terreno positivo.

In termini settoriali nel primo semestre l’Italia non presenta un solo segno meno, con più di un comparto in crescita a doppia cifra. Un discorso a parte merita l’auto, che ormai da tempo è nelle posizioni di vertice tra le aree in maggior progresso. Tra gennaio e giugno l’export di vetture cresce infatti del 19,8%, con guadagni interessanti ovunque nel mondo, anche in mercati finora non particolarmente sfruttati. In Cina, ad esempio, le vendite del periodo sono esattamente quadruplicate, portando il valore assoluto a superare gli 850 milioni di euro, dunque un livello superiore rispetto a piazze storicamente più importanti come Regno Unito e Spagna.

I progressi percentuali sono evidenti anche in Russia (+69%) e Stati Uniti (+21,5%), che con 2,2 miliardi di acquisti tra gennaio e giugno si consolida come primo mercato estero di sbocco per le vetture made in Italy.

Altri dati interessanti, che testimoniano la ritrovata vitalità dell’economia italiana, sono quelli relativi alle importazioni, in crescita a doppia cifra con un contributo rilvevante dell’energia ma non solo.

Gli acquisti del semestre sono infatti in aumento sia per i beni di consumo (+3,3 miliardi) che per i beni strumentali (+4,3 miliardi), testimonianza di una ritrovata capacità di spesa e di investimento rispettivamente per famiglie e imprese.

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