Nell’attesa di un possibile intervento nella prossima legge di bilancio (nel mondo politico se ne parla con sempre maggiore insistenza per arrivare al divieto tout court) l’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni (Agcom) interviene sulla «vexata quaestio» della tariffazione a 28 giorni. Risultato: avvio di un procedimento sanzionatorio nei confronti degli operatori telefonici che, nei fatti, si stanno dimostrando inadempienti continuando a chiedere il pagamento della “bolletta” ogni 28 giorni non solo nel mobile (dove è permesso) ma anche sul fisso e sulle offerte ibride (dove è invece vietato, secondo quanto stabilito da Agcom a marzo).
Il procedimento – relatore della delibera che dà l’avvio è il commissario Agcom Francesco Posteraro – è stato aperto nei confronti di Tim, Vodafone, Wind Tre e Fastweb.
Sulla questione della fatturazione a 28 giorni anziché a cadenza mensile a gettare benzina sul fuoco è stata la decisione estiva di Sky di introdurre il pagamento della quota di abbonamento mensile ogni 28 giorni. In questo modo le mensilità pagate finiranno per essere 13 e non più 12, con un aumento dell’8,6% annuo che la media company di casa Murdoch ha segnalato - in realtà con trasparenza ai propri abbonati - con una comunicazione nella quale si faceva presente che gli abbonati hanno anche il diritto a esercitare il recesso gratuitamente entro il 30 settembre.
Sky, pur senza essere citata, alla fine entra in questa partita come destinataria tacita di un messaggio che l’Autorità rende abbastanza chiaro nella sua nota alla stampa, quando scrive che «Agcom sta inoltre valutando l'adozione di ulteriori iniziative, anche per evitare che le condotte dei principali operatori di telecomunicazioni possano causare un effetto di “trascinamento” verso altri settori, caratterizzati dalle stesse modalità di fruizione dei servizi».
Va detto comunque che la situazione di Sky è differente rispetto a quella delle compagnie telefoniche che erano partite con la fatturazione a 28 giorni già dal 2015. L’Antitrust nel frattempo è anche intervenuta con sanzioni per tre dei quattro principali operatori mobili italiani. Sul tema un punto fermo ha poi cercato di metterlo Agcom con la delibera 121/17 Cons. Risultato, come detto: fatturazione mensile sui contratti di telefonia fissa e possibile a 28 giorni solo per la telefonia mobile (anche per le formule ibride vale il mese).
Gli operatori avevano 90 giorni per adeguarsi al provvedimento. Di conseguenza dal 24 giugno della tariffazione a 28 giorni non se ne sarebbe dovuta avere più traccia da allora. Non è andata così e le compagnie, per motivare questa presa di posizione, fanno riferimento ai loro ricorsi al Tar, cui tutte si sono rivolte impugnando la delibera Agcom. La decisione è attesa per febbraio. Nel frattempo le offerte non sono state ritirate. Da qui è intervenuto prima il monitoraggio e, ora, l’intervento di Agcom che intende sanzionare gli operatori.
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