Oltre alle istituzioni e alla politica, i privati si muovono in parallelo nel mondo della diplomazia per favorire il trasferimento dell’Ema a Milano. Sono undici le tappe previste dalla delegazione formata da aziende e associazioni. Oggi sarà la volta di Stoccolma. Il 23 ottobre il gruppo si sposterà a Copenaghen e il 24 a Lisbona; seguiranno poi incontri a La Valletta, Varsavia e Atene. Le tappe che si sono già svolte sono Nicosia, Bucarest, Sofia, Lubiana e Tallin. Il gruppo di lavoro è composto dalle aziende Bracco, Chiesi, Angelini, Menarini, Sol, Siad, Enel, Techint, Mapei, Geox, a cui si aggiungono Confindustria, Federchimica, Camera di commercio di Milano, Farmindustria, Assolombarda, Politecnico di Milano, Università Statale di Milano e Bocconi.
Gli incontri si svolgono con le imprese locali, a cui viene spiegato il valore aggiunto di Milano. Prima di tutto la presenza di una sede già pronta che garantirebbe la continuità del lavoro già dal giorno dopo del trasferimento - fatto che poche altre città possono vantare. A questo indubbio vantaggio ci sono altri elementi da valorizzare: la presenza di scuole internazionali di alto livello, dove i funzionari dell’Ema potrebbero iscrivere i loro figli; la facilità di collegamenti con aeroporti e treni; la qualità della vita e un sistema di trasporto cittadino efficiente; un settore medico e farmaceutico all’avanguardia, che «dà garanzie alle famiglie che si trasferiscono qui, anche più di altre città europee», sottolinea Alessandro Spada, vicepresidente di Assolombarda e membro della delegazione diplomatica per Ema.
«Cerchiamo di convincere, anche noi nel nostro settore privato, che Milano è una città adeguata. Abbiamo una grande offerta di scuole con programmi sperimentali, ospedali di alto livello, facilità di spostamenti - prosegue Spada - Tutti elementi meno presenti anche in altre città europee, come Copenaghen. Inoltre inutile dire che Bratislava in questo momento non è proponibile, e non solo per i servizi di minore livello, ma anche per la “diversa” e meno forte visione dell’Europa unita».
La concorrente più temibile per Milano, secondo gli imprenditori, è Amsterdam, che ha un buon livello di collegamenti ed è molto internazionale, anche dal punto di vista linguistico. Il suo limite è il fatto che la sede debba ancora essere costruita. Fatto non irrilevante. «Milano secondo noi è una piccola Londra del Sud», ribadisce Spada.
Per quanto riguarda gli schemi di politica internazionale e le strategie delle alleanze, il mondo delle imprese si dice certo che prevarrà un “blocco” mediterraneo, dove i paesi del Sud potrebbero sostenersi con efficacia. Peraltro, così come la rappresentanza del governo e delle istituzioni locali, anche i privati stanno tentando di costruire alleanze già da subito con quegli otto paesi che non si candidano e che già durante la prima fase di voto potrebbero esprimere una preferenza per l’Italia. La soluzione «ideale», secondo Spada, è che l’Eba possa essere affidata a Francoforte, mentre l’Ema al Sud dell’Europa. E quindi a Milano.
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