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Dossier Campania meta di tendenza

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    Dossier | N. 7 articoliRapporto Campania

    Campania meta di tendenza

    Fino a qualche anno fa le imprese turistiche della Campania, quando partecipavano a eventi fieristici, nella gran parte dei casi lavoravano all’outgoing. Prospettiva che oggi appare radicalmente ribaltata: i tour operator regionali adesso alle fiere lavorano soprattutto sull’incoming e l’attenzione è rivolta alle destinazioni campane.

    Merito di dinamiche congiunturali ormai note - su tutte, il crollo del turismo nelle destinazioni arabe del Mediterraneo causato dall’allerta terrorismo - ma soprattutto del rinnovato appeal che Napoli, isole del Golfo, penisola sorrentina, costiera amalfitana e grandi attrattori culturali della regione come scavi di Pompei e Reggia di Caserta esercitano sul mercato. Dati definitivi sull’andamento del settore turistico in Campania nell’estate 2017 ancora non ne esistono, ma le stime di Federturismo fanno riferimento a un incremento del 10% delle presenze e degli arrivi in regione rispetto allo stesso periodo di un anno fa. E nelle parole degli operatori del settore i due “bestseller” estivi sono stati mare e cultura.

    Segnali positivi quindi per un comparto che sul territorio conta 5.677 esercizi e oltre 200mila posti letto, dove l’offerta alberghiera - secondo il Rapporto 2017 di Unicredit e Touring Club - continua a essere preponderante (60% dei posti letto) ma quella extra-alberghiera si guadagna sempre più spazi. Da queste parti, con riferimento a dati relativi al 2016, le presenze si attestano sui 18 milioni l’anno e il comparto genera un valore aggiunto da 1,7 miliardi; 87mila gli occupati nel settore. Un sistema ricettivo particolarmente aperto verso l’esterno: gli arrivi internazionali rappresentano il 46% del totale; la spesa dei turisti stranieri è quantificata in 1,8 miliardi, quinto migliore dato a livello nazionale.

    Se si guarda poi all’aeroporto di Napoli Capodichino, si registra una crescita del 23,9% del numero di passeggeri imbarcati e sbarcati nei primi 9 mesi dell’anno rispetto allo stesso periodo 2016.

    Una nota stonata nell’estate 2017 c’è comunque stata: il terremoto di Ischia. Un evento tragico, che però non ha creato eccessivi problemi al business turistico dell’isola, storicamente incentrato sul termalismo. «Il sisma - dice Costanzo Iannotti Pecci, presidente di Federterme - si è verificato il 21 agosto, quando già la gran parte della stagione estiva era andata. C’è stato un grande impatto emotivo, con i rientri delle ore successive al terremoto, qualche cancellazione di prenotazioni, ma nel complesso Ischia ha tenuto. Poteva essere un’annata eccezionale per l’isola, dovrebbe essere stata comunque una buona annata».

    Chi corre velocissimo è Napoli con il suo centro storico, dove per quanto riguarda arrivi e presenze la crescita nella stagione estiva 2017 rispetto alla precedente dovrebbe essere stata intorno al 25% (stime Federturismo). «La città - sottolinea Giancarlo Carriero, presidente della sezione turismo dell’Unione industriali di Napoli - rappresenta un unicum nel panorama europeo e i flussi internazionali da qualche anno la premiano. Allargando il discorso, si è fatto un ottimo lavoro di valorizzazione su grandi attrattori come Pompei e Caserta, anche attraverso l’utilizzo dei fondi europei». Luoghi nei quali si registrano iniziative ormai consolidate, come le aperture notturne d’estate. «Certo - continua Carriero -, i problemi con cui fare i conti a queste latitudini sono spesso i soliti: decoro urbano e trasporti non sempre all’altezza, per esempio. L’auspicio è che questo momento di grande fermento sia da stimolo al decisore pubblico per voltare finalmente pagina».

    Anche tra agenzie viaggi e tour operator il sentiment è più che positivo. «Abbiamo fatto tanta strada - dice Ettore Cucari, presidente Fiavet Campania - sul versante dell’incoming. La Campania è diventata una meta di tendenza. Notevoli gli exploit di penisola sorrentina e costiera amalfitana. Sappiamo quanto sia stato importante nella determinazione di questi risultati il crollo delle destinazioni arabe del Mediterraneo. Ora dobbiamo essere bravi a massimizzare queste performance affinché diventino strutturali». Attraverso quale strada? «La promozione», risponde Cucari, che aggiunge: «Serve presentarsi ai buyer in maniera sempre più compatta».

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