Economia

Lo sciopero non ferma il black friday di Amazon: al lavoro gli interinali

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la protesta

Lo sciopero non ferma il black friday di Amazon: al lavoro gli interinali

Lo sciopero dei lavoratori di Amazon non ferma il black friday. Al magazzino di Castel San Giovanni, vicino a Piacenza, è iniziato lo sciopero e il presidio dei lavoratori impiegati dalla multinazionale americana. Davanti ai cancelli del polo logistico si sono riuniti gruppi di lavoratori con le bandiere di Cgil, Cisl e Uil ma, all’interno, il polo è in piena attività: i lavoratori assenti, al momento, sarebbero il 10%, ma manca ancora la valutazione dei giustificativi . Il polo sta comunque lavorando secondo la regolare programmazione. I dipendenti diretti sono 1.600, mentre gli interinali che sono stati assunti per far fronte alla lunga stagione natalizia e al black friday sono circa 2mila, quindi molti di più dei dipendenti del sito. La protesta è stata indetta per chiedere all’azienda di aprire un tavolo di confronto sul contratto integrativo e chiedere un maggiore salario.

«Black Friday. Pieno sostegno della Cisl ai lavoratori di Amazon che scioperano oggi. Giusta la protesta di Fisascat e Felsa. Il lavoro non è una merce. Non va calpestata la dignità dei lavoratori. Amazon apra un confronto con il sindacato per corrette relazioni industriali, stabilità occupazionale, salari dignitosi», ha twittato la leader della Cisl Annamaria Furlan, esprimendo solidarietà ai lavoratori di Amazon.
«Quello odierno in Amazon è il primo grande sciopero nell'epoca dell'impresa 4.0. E ha un valore simbolico enorme perché sia chiaro che il progresso, l’innovazione e la modernità non devono andare a scapito dei
diritti e degli interessi dei lavoratori», afferma il segretario generale della Uil, Carmelo Barbagallo. Sul fronte sindacale, non ci sono, al momento, dati ufficiali sull’adesione ma al momento i sindacati la considerano soddisfacente. Certamente la protesta non ha fermato i nastri trasportatori e i pacchi in arrivo e in uscita dal magazzino e questo è dovuto, sopratuttto al lavoro dei quasi 2000 addetti con contratti di somministrazione che hanno aderito in maniera più marginale allo sciopero, nonostante ieri anche le sigle che li rappresentino abbiano proclamato l’adesione.

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