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Via a «Resto al Sud» e «Banca delle Terre incolte» per i…

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IMPRENDITORIA GIOVANILE

Via a «Resto al Sud» e «Banca delle Terre incolte» per i giovani del Mezzogiorno

(Agf)
(Agf)

«In tre anni puntiamo ad avere centomila giovani che faranno gli imprenditori nelle regioni meridionali». Lo ha detto il ministro per la Coesione territoriale e per il Mezzogiorno, Claudio de Vincenti, in occasione del convegno intitolato “Le nuove opportunità per i giovani”, che si è tenuto a Napoli per presentare e dare l’avvio alle nuove misure di sostegno all’imprenditorialità giovanile “Resto al Sud” e “La Banca delle terre incolte”. «Oggi diamo il via operativo a due misure importanti che abbiamo varato – ha aggiunto il ministro De Vincenti – per aiutare i ragazzi che vogliono fare impresa».

Resto al Sud
Per Resto al Sud, il governo ha stanziato 1,250 miliardi di euro e ne ha affidato la gestione a Invitalia. «Il decreto è stato registrato dalla Corte dei Conti – ha annunciato De Vincenti – pertanto è operativo». Inoltre in occasione dell’incontro partenopeo è stata anche siglata una convenzione tra Invitalia e Abi per rendere possibile il prestito a tasso zero che compone l’agevolazione. Infine, il ministro della Coesione Territoriale ha annunciato che «con un emendamento al decreto legge fiscale è stato precisato che possono fare domanda tutti i giovani che non avevano compiuto 36 anni al 30 giugno, data di avvio della misura».

La Banca delle terre incolte
L’obiettivo è promuovere la valorizzazione e la riqualificazione dei beni non utilizzati nelle regioni del Mezzogiorno. Su queste terre potranno avere sede imprese agricole giovanili che vogliano avviare produzioni di qualità. I terreni abbandonati (e per tali si intendono quelli sui quali non si stata esercitata l’attività agricola negli ultimi dieci anni) se di proprietà pubblica verranno affidati direttamente ai giovani, se di proprietà privata verranno presi in fitto. «I giovani già sono impegnati in imprese agricole di successo. Aziende, di cui tante nel Sud, che sono internazionalizzate, che investono su tecnologia e innovazione – ha commentato il ministro dell’Agricoltura, Maurizio Martina –Esistono, insomma, nuovi contesti metropolitani e urbani, in cui lo sviluppo agricolo non è secondario. Vogliamo che si torni a utilizzare le terre pubbliche di qualsiasi proprietà amministrativa pubblica per fare agricoltura».

I sostegni
Il programma “Resto al sud” prevede «un prestito fino a 50.000 euro per ciascun giovane imprenditore – ha spiegato l’ad di Invitalia, Domenico Arcuri – . Si possono mettere insieme fino a 4 giovani e quindi ottenere fino a 200.000 euro». Una parte del sostegno, pari al 35% del costo (totalmente finanziabile) consiste in un contributo a fondo perduto, la rimanente parte pari al 65% consiste in un finanziamento bancario sul quale Invitalia corrisponderà gli interessi. «In altri termini – ha spiegato Arcuri – un giovane a cui vengono assegnati 50.000 euro, ne riceve 15.000 a fondo perduto e 35.000 che restituirà
in otto anni a partire dal terzo anno». Il pagamento degli interessi sarà garantito da Invitalia attraverso la Banca del Mezzogiorno. «Non sono finanziabili – ha aggiunto l’ad di Invitalia – spese di progettazione e consulenza. Un giovane che vuole fare attività farà la domanda sulla piattaforma digitale già usata da
Invitalia per altri incentivi, che è trasparente. Promettiamo che nei 60 giorni successivi a quello in cui riceviamo la proposta risponderemo, dicendo se è approvata e finanziata oppure no».

Il contesto
Il Mezzogiorno ha ricominciato a crescere, ma deve ancora fare i conti con un tasso di disoccupazione giovanile al 42,4%. Gli occupati sono aumentati di 101 mila unità, +1,7%, ma persiste il dualismo territoriale, essendo nel Mezzogiorno il tasso d’occupazione ancora lontano oltre 20 punti dalla media europea alla quale, invece, sono vicine le regioni del Centro – Nord (47% nelle regioni
meridionali, 69% Centro-Nord). Inoltre, mentre le regioni centro-settentrionali hanno recuperato integralmente la perdita di posti di lavoro avvenuta durante la lunga fase recessiva (+48 mila nel 2016 rispetto al 2008), in quelle
meridionali la perdita di occupazione rispetto all'inizio della crisi è ancora pari a 381 mila unità. Così la Campania: il presidentre della Regione, Vincenzo De Luca ha ricordato «La crescita del 2,4% di pil nel 2016, confermata dalle stime per il 2017». Nei primi nove mesi dell’anno in corso Banca d’Italia parla di un aumento della produzione industriale del 6%. De Luca parla di tre miliardi e 600 milioni di euro recuperati dalla Regione e immessi nell’economia; annuncia cantieri che si riaprono e opere pubbliche al via». Frutto – come ha sottolineato anche il sindaco di Napoli Luigi De Magistris – «di un intensa collaborazione istituzionale tra Governo, Regione, Città Metropolitana, Comuni».

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