Economia

Cina e farmaceutica le sorprese dell’export

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Cina e farmaceutica le sorprese dell’export

L’export italiano nel 2017 sarebbe dovuto crescere del 3,8, massimo del 4%, dicevano gli esperti a gennaio. Si sbagliavano: soltanto nei primi nove mesi il made in Italy all’estero aveva messo a segno un lusinghiero +7,3%. Tanto che gli esperti dell’Ice e di Prometeia, la scorsa settimana, hanno fatto sapere che il traguardo record dei 450 miliardi di dollari di merci esportate potrebbe essere centrato entro la fine dell’anno.

Che la ripresa economica sia una realtà almeno nel 75% dei Paesi del mondo, il Fondo monetario lo va dicendo da settimane. La domanda globale, insomma, è ripartita e non è una sorpresa che ad avvantaggiarsene siano i Paesi più votati alle esportazioni. Ma quali sono i mercati che hanno dato un contributo determinante a un risultato così positivo per il nostro export?

La prima sorpresa è indiscutibilmente la Cina: «Nei primi nove mesi del 2017 da Pechino l’Italia ha incassato 2 miliardi di euro in più del previsto», ricorda Ludovic Subran, chief economist di Euler Hermes. «Tra gennaio e ottobre - aggiunge Alessandro Terzulli, chief economist della Sace - l’export italiano verso la Cina è cresciuto del 24,2%: i più ottimisti, a inizio 2017, si spingevano a ipotizzare poco più del 10%. La crescita è stata trasversale a tutti i settori, ma l’automobile in particolare ha registrato un boom del 150%: non solo la parte della componentistica, ma soprattutto i veicoli finiti». A Pechino sono decollate anche le vendite della nostra meccanica strumentale e dell’arredamento: «Merito, anche, del salto di qualità che sta facendo l’Italia in termini di politiche di sistema, dalle campagne dell’Ice alle missioni settoriali» ricorda Giuliano Noci, prorettore del Polo territoriale cinese del Politecnico di Milano. «La Cina - prosegue il professore - continuerà a darci molte soddisfazioni grazie anche alla Nuova Via della Seta: un’opportunità non solo in patria, ma anche nei 75 Paesi al mondo dove verranno costruite imponenti infrastrutture logistiche».

E gli altri Paesi? «Sopra le aspettative si sono rivelati i mercati della Russia e della Turchia» - aggiunge Terzulli (si veda le due schede a fianco) - grazie poi all’uscita dalla recessione del Brasile, nei primi dieci mesi del 2017 anche il nostro export verso il Mercosur è cresciuto di oltre il 17%».

Per quanto riguarda i settori Alessandro Terzulli di Sace non ha dubbi: in questo 2017 che volge al termine, la sorpresa maggiore arriva dalla farmaceutica. «Nei primi 10 mesi dell’anno - spiega - le vendite all’estero sono cresciute del 13,2%: quello farmaceutico comincia a essere un settore di un certo rilievo per il nostro Paese, lo dimostrano anche gli investimenti delle multinazionali che ultimamente sono sbarcate in Italia, in particolare nel Lazio». I farmaci made in Italy crescono del 20% in India e addirittura del 48% negli Stati Uniti.

Per Subran, di Euler Hermes, accanto alla chimica - a cui peraltro appartiene il comparto farmaceutico - l’energia è l’altro settore che chiuderà il 2017 al di sopra delle attese: «Nei primi nove mesi dell’anno - ricorda - ha già incassato dall’estero 2,9 miliardi di euro in più del previsto».

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