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Mose, scoperti a Venezia gli antichi cannoni di re Giorgio

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Venezia

Mose, scoperti a Venezia gli antichi cannoni di re Giorgio

I cannoni di re Giorgio d’Inghilterra. Nei lavori per costruire a Venezia le dighe mobili del Mose sono stati riportati alla luce sette cannoni colossali di bronzo che armavano i velieri della règia marina inglese i quali, mezzo sepolti nella malta, erano stati degradati all’umile lavoro di bitte cui farvi ormeggiare le navi. Restaurati, ora si sta cercando una destinazione per queste testimonianze storiche spettacolari e ingombranti.

Piantati in diverse banchine di Venezia — lungo le rive interne all’Arsenale, lungo la fondamento dei Sette Martiri, sulle dighe foranee e così via — vi sono cippi cui si ormeggiano le navi.
Molti di questi cippi piantati nel terreno hanno la forma inconfondibile del vecchio cannone fuori uso.

Quando si è trattato di smantellare le dighe dove si sta costruendo il Mose,
è stato possibile scorire di che cosa si tratta. E alcuni anelli per l’ormeggio che sporgevano dalla riva in realtà erano “cicale” di intere ancore antiche che erano sepolte e nascoste nella massicciata.

Tre dei cannoni estratti sono della prima metà del ‘700 e portano il monogramma di re Giorgio Secondo d’Inghilterra. Altri tre cannoni sono della seconda metà del ‘700 e portano l’arma di re Giorgio Terzo “il Pazzo”. Un cannone è della prima metà dell’800; anch’esso di produzione inglese. Con l’ammodernamento della flotta, la Royal Navy si era liberata di quelle armi poderose vendendole come rottami.

Portati nel Centro sperimentale idraulico di Voltabarozzo e rimessi in ordine, ora i sette cannoni sono difficili da ricollocare e perfino da spostare: ogni pezzo d’artiglieria pesa in media attorno ai 29 quintali.

Diverse le idee di riutilizzo, per esempio per abbellire la riva che fronteggia il Museo storico navale .

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