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Fallimento per la Borsalino, il tribunale non accoglie la richiesta di…

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Fallimento per la Borsalino, il tribunale non accoglie la richiesta di concordato

È arrivata questa mattina la sentenza di fallimento per la Borsalino di Spinetta Marengo. La decisione del Tribunale era attesa da mesi dai 135 addetti, dai sindacati e dall’intero territorio alessandrino dopo lo stop alla procedura di concordato preventivo di un anno fa e la riapertura dell’iter con un nuovo piano industriale presentato dalla Haeres Equita di Philippe Camperio, titolare di un contratto di affitto di azienda per l’impresa alessandrina. Il cda della Borsalino, dopo il crack legato alle vicende del finanziere Marenco due anni e mezzo fa, aveva chiesto al Tribunale di Alessandria il concordato preventivo per la società.

In questi mesi l’attività dello stabilimento alle porte di Alessandria è continuata regolarmente, i volumi sono cresciuti con una previsione di fatturato per quest’anno superiore ai 17 milioni di euro. Ma il destino di questa realtà produttiva è rimasto in sospeso, in attesa della decisione del giudice.

Il Tribunale in realtà ha respinto per la seconda volta la richiesta di concordato per la Borsalino: a dicembre scorso, infatti, il parere negativo della sezione e la riparetura dell’iter con un nuovo piano industriale presentato la primavera scorsa, oggi è arrivata la seconda sentenza che sbarra la strada alla procedura di concordato e definisce il fallimento per l’azienda che vanta 160 anni di storia e un brand conosciuto in tutto il mondo. A questo punto si apre una fase di profonda incertezza per la Borsalino, con i sindacati – che in queste ore stanno incontrando gli addetti dell’azienda – che hanno chiesto un incontro urgente ai due curatori fallimentari, Stefano Ambrosini e Paola Barisone. La sentenza di fallimento potrebbe non interrompere automaticamente il contratto di affitto di azienda, anche se potrebbe contestualmente aprirsi una fase di gara per la concessione del contratto.

«Noi abbiamo fatto un presidio e un’assemblea con i lavoratori, c’è grande preoccupazione per il loro futuro, nonostante in questa azienda si lavori normalmente e quotidianamente» sintetizza Maria Iennaco che segue la vicenda per la Cgil. «Abbiamo chiesto incontro urgente ai due curatori nominati dalla procedura e abbiamo sentito il consulente di Camperio, che ci incontrerà giovedì, soprattutto per definire quale è la posizione sul proseguimento del contratto d’affitto». Una cosa è certa: i rappresentatnti dei lavoratori e le istituzioni locali chiedono che la decisione del tribunale non abbia ripercussioni negative sulla continuità produttiva dell’azienda. «L’azienda non si deve fermare, tutto il territorio deve fare in modo che il marchio resti legato alla fabbrica di Spinetta Marengo» aggiunge Iennaco.

Proprio il marchio Borsalino è stato rilevato da Philippe Camperio l’estate scorsa direttamente da Mediocredito, Gruppo Intesa Sanpaolo, società inserita inizialmente nella lista dei creditori.

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