La famiglia Lavazza – che controlla l’azienda produttrice di caffè – ha acquisito, per circa 25 milioni di euro, il 25% delle azioni del servizio di streaming italiano Chili. Lo ha anticipato stamattina il sito del Financial Times, ma lo conferma la stessa Luigi Lavazza Spa, specificando che l’investimento in Chili spa «è stato effettuato da una holding finanziaria riconducibile alla famiglia Lavazza».
Lavazza diventa, così, uno dei principali investitori di Chili insieme a Sony Pictures Entertainment, Warner Bros, Viacom e Paramount Pictures. Chili è stato fondato nel 2012 a Milano, ha circa un milione di utenti e si sta espandendo nel resto d’Europa. Tra i suoi azionisti ci sono anche il direttore di Lvmh, Antonio Belloni, il finanziere Francesco Trapani e la famiglia Passera.
Chili è una piattaforma streaming che opera nel cosiddetto “Tvod” (transactional video on demand), che è il video on demand di tipo “transazionale”. In pratica, un’evoluzione dell’home video tradizionale con contenuti che vengono pagati di volta per volta e senza sottoscrizione di abbonamento come nel caso di Netflix o Infinity (Mediaset) o Now Tv (Sky) o Timvision.
Con questa operazione, la composizione azionaria di Chili vede intorno al 32% i fondatori che utilizzano il veicolo “Brace” (fra questi Stefano Parisi e Giorgio Tacchia che oggi è anche presidente e amministratore delegato di questa società, nata da una costola di Fastweb nel 2012 ); Lavazza diventa il secondo azionista, davanti a un gruppo di investitori finanziari (con circa il 30% suddiviso tra Investinchili, in cui ci sono varie persone fisiche; Negentropy, che è un fondo di private equity basato a Londra; il fondo Antares di Stefano Romiti e altri privati) e, infine, ci cono le major –Sony, Paramount-Viacom (la holding e la controllata hanno investito entrambe) e Warner Bros – con l’11 per cento.
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