Nel 2017 le esportazioni italiane sono in crescita, rispetto al 2016, del 7,4% in valore e del 3,1% in volume. Lo rileva l’Istat aggiungendo che a crescere sono anche le importazioni con +9% in valore e +2,6% in volume.
L’avanzo commerciale raggiunge i 47,5 miliardi (+81 miliardi al netto dell’energia). L’avanzo commerciale è — dopo quello di 49,6 miliardi rilevato nel 2016 — il secondo più alto mai registrato dal 1991.
L’espansione dell'export è da ascrivere a entrambe le aree di sbocco: +8,2% per i paesi extra Ue e +6,7% per i paesi Ue.
Il boom di Cina e Russia
Nel 2017 sono cresciute in modo più evidente le esportazioni verso Spagna (+10,2%), Stati Uniti (+9,8%), Svizzera (+8,7%), e in misura minore, Germania (+6%) e Francia (+4,9%). Ma spiccano in assoluto le vendite verso Cina (+22,2%) e Russia (+19,3%).
Per settori tematici, quelli che contribuiscono in misura più rilevante all’incremento dell’export sono le voci che l’Itat classifica come «articoli farmaceutici, chimico-medicinali e botanici» (+16%), «autoveicoli» (+11,3%), «sostanze e prodotti chimici» (+9%), «metalli di base e prodotti in metallo, esclusi macchine e impianti» (+8,7%), «prodotti alimentari, bevande e tabacco» (+7,5%). L’Istat segnala anche la crescita delle vendite di «prodotti delle altre attività manifatturiere» (+5,7%) e «macchine e apparecchi» (+5,4%).
Nel 2017, rispetto al 2016, corrono gli acquisti all’estero di metalli di base e prodotti in metallo, esclusi macchine e impianti (+16,4%) e autoveicoli (+9,7%).
L’analisi del mese di dicembre
Per quanto riguarda il mese di dicembre 2017, rispetto al mese precedente, aumentano sia le importazioni (+3,3%) sia, in misura più contenuta le esportazioni (+0,6%), con un avanzo commerciale di 5,3 miliardi (+5,7
miliardi a dicembre 2016). L’aumento congiunturale delle esportazioni si deve alla crescita delle vendite verso i paesi Ue (+2,5%) e alla diminuzione verso i paesi extra Ue (-1,8%).
In chiave prospettica, il mese di dicembre confrontato con il dicembre 2016 vede crescere export (+2%) e import (+3,7%) ma le variazioni tendenziali risultano assai più forti se di depura il dato dalla differenze pari a +8,6% per l'export e
+10% per l'import se corrette per i giorni lavorativi.
Nel mese di dicembre l’indice dei prezzi all’importazione dei prodotti industriali aumenta dello 0,4% rispetto al mese precedente e dell’1,6% nei confronti di dicembre 2016.
A dicembre 2017, l’aumento tendenziale delle esportazioni (+2%) è da attribuire soprattutto alla crescita delle vendite verso Stati Uniti (+16,9%), Polonia (+15,7%), Repubblica ceca (+11,5%), Paesi Bassi (+9,7%) e Cina (+8,3%). La crescita tendenziale delle importazioni (+3,7%) è particolarmente sostenuta per gli acquisti da Romania (+22,1%), Germania (+14,4%), Russia (+10,7%), Regno Unito (+10,2%) e paesi Opec (+10,1%).
Nel mese di dicembre 2017, l’aumento tendenziale delle esportazioni ha riguardato in misura più rilevante le vendite di articoli farmaceutici, chimico-medicinali e botanici (+60%), seguiti dai mezzi di trasporto autoveicoli esclusi (+21,9%). Dal lato delle importazioni, risultano in forte aumento gli acquisti di petrolio greggio (+23,8%) e prodotti petroliferi raffinati (+16,3%).
Un dettaglio: il quarto trimestre
L’Istat ha analizzato anche il quarto trimestre del 2017, in cui rileva una dinamica positiva e di analoga intensità per entrambi i flussi in uscita ed entrata (+3,4% per l’export e +3,3% per l’import).
Sono in espansione le vendite di tutti i principali raggruppamenti di industrie e, rispetto al mese precedente, la crescita dell’export (+0,6%) è determinata da beni di consumo non durevoli (+6,7%), beni di consumo durevoli (+8,8%) e beni intermedi (+0,8%).
Commenti: il sottosegretario Scalfarotto
«L’anno scorso abbiamo chiuso un 2016 segnato da crisi e instabilità, dove comunque la crescita del Made in Italy nel mondo non si era arrestata — ha affermato il sottosegretario allo Sviluppo Economico Ivan Scalfarotto. — Quest’anno registriamo un deciso cambio di passo che riporta alcuni settori e mercati a ritmi di crescita degli anni migliori. Negli Stati Uniti, ad esempio, torniamo a crescere quasi del 10% come nel 2014 anche se il boom delle nostre vendite su quel mercato resta il +20% del 2015. L’anno scorso assistevamo alla contrazione sul mercato russo, che invece nel 2017 cresce quasi del 20%. Agli ottimi numeri dell’import cinese di prodotti italiani ci siamo ormai abituati negli ultimi mesi, ma questo non deve indurci a rallentare gli sforzi perché si tratta di un mercato enorme, dove crescono fasce di consumatori per i quali il brand Italia è garanzia di qualità, stile e affidabilità».
Secondo Scalfarotto, «ciò significa che abbiamo agganciato la ripresa globale e il nostro export conferma il ruolo decisivo alla crescita della nostra economia. Ma siamo forti nel mondo solo se sappiamo produrre bene qui da noi. Le politiche industriali che ci fanno recuperare competitività sono la condizione per vincere all’estero e per questo l’ultima Legge di Bilancio ha riconfermato i fondi per il nostro Piano Made in Italy. Senza dimenticare che la competizione sui mercati, per l’Italia e l’Europa, si vince solo se si combatte ad armi pari. Continuiamo a cogliere ogni occasione per contrastare ogni tendenza al ritorno del protezionismo, che per un’economia fortemente orientata all’export come la nostra sarebbe una catastrofe».
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