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Dossier Il Centro di geotecnologie coltiva spinoff e progetti

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    Dossier | N. 11 articoliRapporto Toscana

    Il Centro di geotecnologie coltiva spinoff e progetti

    Oltre 4mila in meno di 18 anni di attività i progetti di ricerca legati al Centro di geotecnologie dell’Università di Siena. Una struttura fondata da Luigi Carmignani nel 2000 (il presidente è Paolo Conti), con sede principale a San Giovanni Valdarno (Arezzo). E dalla quale sono nati cinque spinoff.

    L’obiettivo, spiega Carmignani, è «fare ricerche innovative sviluppando, attraverso il trasferimento tecnologico, un rapporto profondo con il mondo del lavoro». Il primo nato tra i cinque spinoff, Cgt spinoff, costituito nel 2010, ha tradotto in impresa l’esperienza di ricerca in geologia applicata. «Valorizziamo gli studenti, le loro idee diventano azienda», commenta Carmignani. Tra gli spinoff creati, Geoexplorer lavora all’impiego commerciale dello scintillometro (strumento che serve per misurare la turbolenza atmosferica), mentre Geo-technologies si occupa di tecniche innovative per ricerche minerarie (in collaborazione con l’Università di Marrakech). Completano il quadro Geo re-source, che opera nella consulenza energetica a industrie e terziario, e Petrologic synergy, che si occupa dello studio scientifico delle rocce. «Da noi nascono imprenditori - afferma Carmignani -. Un serbatoio di talenti, che poi creano spinoff».

    Il Centro si occupa anche di formazione: si può scegliere tra 80 corsi di aggiornamento e sei master (altri due sono da attivare). «I master - continua il fondatore - durano un anno tra formazione (i laboratori si trovano nell’area industriale di Cavriglia) e stage. Collaboriamo con oltre 100 aziende, tra cui colossi come Società autostrade, Italferr, Edison, Eni e Publiacqua». La percentuale di placement tra quanti hanno fatto l’esperienza del master, tre anni dopo il conseguimento del titolo, è dell’80%.

    «Nel 2000 - conclude Carmignani - abbiamo pensato a una struttura universitaria, in grado però di fare ricavi, come un’azienda». E il 2017 si è chiuso con un fatturato di tre milioni (in linea con il 2016), ottenuto soprattutto grazie ai progetti di ricerca.

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