Economia

L’industria lombarda rialza la testa

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OSSERVATORIO ASSOLOMBARDA-CERVED

L’industria lombarda rialza la testa

Più solida, con maggiore disponibilità di credito, generatrice di minori sofferenze. L’industria lombarda consolida il proprio trend favorevole e gli ultimi numeri elaborati dall’Osservatorio Assolombarda-Cerved lo confermano.

L’analisi del credito e del rischio delle imprese relativa al terzo trimestre 2017 evidenzia nel complesso una maggiore disponibilità di finanziamenti, in crescita dell’1,5% rispetto allo stesso periodo 2017.


Rispetto al passato, l’elaborazione include per la prima volta le cartolarizzazioni e le altre cessioni di prestiti, calcolati dalla sede di Milano di Banca d'Italia e forniti in via esclusiva ad Assolombarda. In precedenza il calcolo era invece effettuato sui dati di prestiti resi pubblici da Banca d'Italia (sede centrale), calcolati al netto di queste operazioni straordinarie, producendo così una sottostima dell'entità effettiva dei prestiti. Alla luce di questa revisione il dato globale sui prestiti per l’intero panorama delle imprese passa da un calo del 4,5% ad una frenata minima, pari allo 0,1%.

Un calo generato esclusivamente dalla componente costruzioni, area che resta in palese difficoltà (-5,9%) mentre per servizi (+0,6%) e industria (+1,5%, quarto trimestre positivo in crescita) le indicazioni sono favorevoli.

A livello complessivo resta però ancora una divaricazione evidente in termini dimensionali: se infatti per le imprese maggiori, quelle oltre i 20 addetti, il credito è ormai da tempo in risalita (otto trimestri consecutivi in crescita), per le Pmi accade esattamente l’opposto, con una frenata del 3%, ormai lo standard trimestrale da almeno tre anni.

I segnali di miglioramento del sistema sono però evidenti, anzitutto da lato degli stock di crediti a rischio. Il rapporto tra sofferenze e impieghi in Lombardia è infatti in calo di quasi un punto rispetto al trimestre precedente, scendendo a quota 12,9%. Incidenza delle sofferenze peraltro in calo anche in Piemonte (da 15,6% a 14,5%), in Veneto (da 16,4% a 15,1%) e in Emilia Romagna (da 17,3% a 16,4%), anche se è proprio la Lombardia a realizzare la performance migliore.
Ancora più interessante è però l’osservazione dei flussi, cioè la velocità di generazione di nuovi crediti problematici. Il tasso di ingresso in sofferenza in Lombardia si conferma in attenuazione al 2,6% (dal 2,8% del terzo trimestre 2016), medie tuttavia trainate verso l’alto dalle costruzioni, dove per la Lombardia il valore schizza al 7,4%.

Decisamente migliore la performance dell’industria, dove il tasso di ingresso in sofferenza scende all’1,5% confermando un trend ormai ininterrotto dall’inizio del 2014 e toccando i nuovi minimi dalla fine del 2008.

Tra le cause, la decisa diminuzione dei fallimenti: 1.852 le nuove procedure in Lombardia nei primi nove mesi del 2017, in diminuzione del -12,5% rispetto allo stesso periodo del 2016.

Altro elemento chiave è il rafforzamento del sistema, come evidenziato dall’indice di solidità elaborato da Cerved group, “spia” che sintetizza la probabilità di default delle imprese.

A settembre 2017 il tessuto produttivo lombardo risulta più solido rispetto all'anno precedente, con una quota di imprese in area di sicurezza e di solvibilità che sale al 61,2% (59,8% un anno prima).

La Lombardia si contraddistingue inoltre per la percentuale maggiore di upgrade (imprese che hanno migliorato la propria classe di rischio, pari al 29,1%) e la più bassa di downgrade (imprese che l'hanno peggiorata, pari al 25,7%).

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