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Dossier La logistica perno centrale dell’era smart

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    Dossier | N. (none) articoliRapporto Impresa 4.0

    La logistica perno centrale dell’era smart

    C’è chi definisce la logistica 4.0 come un cambiamento sostanziale delle modalità di trasferimento degli ordini, a vantaggio di una maggiore efficienza. Altri come un’innovazione di processo abilitata da quelle tecnologie che sono in larga parte l’ossatura della cosiddetta quarta rivoluzione industriale. Gli ordini, e di conseguenza anche i prodotti fisici oggetto di transazione, devono viaggiare a velocità elevate ed essere monitorati in real time. Per farlo serve una convergenza di vari fattori e i pilastri digitali alla base del paradigma industria 4.0 rivestono ovviamente un ruolo apicale, sotto forma di software e piattaforme per l’archiviazione e l’analisi dei dati ma anche di sensori e reti interconnesse per abilitare la raccolta e la trasmissione (in tempo reale e sicura) delle informazioni lungo l’intera supply chain.

    È evidente, infatti, come tutta la catena di fornitura, dalla logistica di fabbrica alla consegna a domicilio al consumatore, debba essere pensata in termini nuovi, pena il rischio di un’esplosione di complessità con costi fuori controllo. La nuova ventata di innovazione che interessa magazzini e sistemi di trasporto non può però essere solo tecnologica ma anche di natura strutturale e organizzativa. Un fattore determinante è l’integrazione a livello di software, flussi operativi, macchine intelligenti, persone. La strada da fare per le aziende di questo settore è dunque ancora lunga e l’automazione del magazzino è un primo passo necessario ma non sufficiente per aumentare la produttività.

    «Logistica 4.0 è robotica, big data e molto altro - racconta Carlo Capè, co-fondatore e amministratore delegato della società di consulenza Bip (Business integration partners) -. L’informazione è vitale ma nella logistica è ancora limitata la diffusione di soluzioni e servizi digitali avanzati in ottica B2B». La ricetta per portare avanti un progetto 4.0, dal lato tecnologico, ha varie facce: quella della realtà aumentata (pensiamo ai visori che permettono di identificare pallet e scatoloni stivati in aree non immediatamente accessibili agli addetti) e quelle della sensoristica intelligente, dei sistemi di analisi dei dati e delle piattaforme cloud per l’accesso alle applicazioni da remoto. «Il must - sottolinea ancora Capè - è però l’ottimizzazione del processo, il ridisegno in modo integrato del sistema informatico che lo abilita, perché la componente di riduzione dei costi è solo un aspetto di questo cambiamento. Per portare avanti la trasformazione servono competenze digitali dedicate, occorre aumentare la velocità delle operation e dell’accesso ai dati, migliorare la customer relationship. Le aziende della logistica che non si adegueranno in fretta alle logiche 4.0 rischiano di rimanere inesorabilmente indietro, perché rappresentano un elemento della catena fondamentale per garantire la qualità del servizio».

    Non a caso, la parte più critica della supply chain è proprio l’ultimo miglio, quello che collega le aziende al consumatore finale, dove vince chi sa offrire il miglior servizio al minor costo, sfruttando i vantaggi che mette a disposizione il digitale. Amazon, che nella logistica è sicuramente una best practice, insegna.

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