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A Genova i centri di Abb che parlano con gli impianti e le navi nel mondo

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Alta tecnologia

A Genova i centri di Abb che parlano con gli impianti e le navi nel mondo

Abb punta sull’Italia e, in particolare, su Genova per lo sviluppo della digitalizzazione e dell’Internet delle cose, attraverso due collaborative operations center (Coc) dedicati uno al power generation & water (primo al mondo di questo settore, per Abb) e l’altro al marine & ports.

La multinazionale svizzera, specializzata nelle tecnologie per l’energia e l’automazione, ha inaugurato nella seconda metà di febbraio, presso lo stabilimento di Genova Sestri Ponente, il nuovo Coc che consente di raggiungere da remoto, utilizzando collegamenti digitali e realtà aumentata, circa 700 impianti termici, idroelettrici, fotovoltaici, eolici, di desalinizzazione e di ricarica per veicoli elettrici nel mondo, che utilizzano la tecnologia Abb. Tra le infrastrutture monitorate ci sono anche il Mose di Venezia e l’intera rete idrica di Ho Ci Minh, in Vietnam.

Ingresso del collaborative operations center di Genova Sestri

Il Coc dedicato allo shipping, che si trova sul Molo Giano del porto di Genova, è invece in servizio dal maggio 2017 e, insieme ad altri già attivi dedicati al marine (che sono in Usa, Singapore, Cina, Italia, Olanda, Norvegia e Finlandia), monitora da remoto 700 navi . Ma Abb intende far salire questo numero a 3mila entro il 2020. Si tratta di unità vario genere ma principalmente per il trasporto passeggeri e per oil & gas.

I nuovi Coc (nati col progetto Ability collaborative operations), compreso quello di Genova dedicato a power generation & water, sono 15 a livello mondiale, nei settori marine, mining (minerario), oil & gas, pulp & paper (industria della carta). Con questi centri si passa da una semplice assistenza da remoto a un approccio collaborativo col cliente: c’è un continuo collegamento, una triangolazione, tra l’impianto o la nave nel luogo dove si trovano, un centro Abb e la sede del cliente; in modo da far interagire questi tre soggetti e, attraverso un’analisi dei dati, fornire, ad esempio, suggerimenti sull’ottimizzazione della produzione di energia o della rotta.

Il sistema di monitoraggio, tra l’altro, è in grado di sapere con anticipo se un componente di un impianto si avvia a funzionare male e ha bisogno di manutenzione, immediata o in tempi brevi. In caso di necessità, inoltre, il personale della sala operativa Coc può intervenire collegandosi da remoto col macchinario e il cliente oppure, se occorre, aiutare quasi fisicamente i tecnici sul posto, indossando visori di realtà aumentata che permettono di osservare direttamente quello che vede il tecnico e di interagire con lui. Mostrandogli, ad esempio, come eventualmente aggiustare o sostituire una parte danneggiata.

«Aver selezionato un partner strategico come la piattaforma Microsoft Azure – spiega Danilo Moresco, hub manager power generation & water per il Sud Europa di Abb - ci permette di integrare i diversi soggetti coinvolti: gli esperti del cliente, il quartier generale di quest’ultimo, gli impianti, i nostri centri e il nostro personale. I servizi sono in cloud e la sicurezza è garantita sia dai nostri processi di cybersecurity, sia dalla piattaforma stessa. Tutto questo, peraltro, serve a migliorare la profittabilità dei clienti».

Schermi e computer in azione nella control room

In effetti, il nuovo sistema Coc, chiarisce Moresco, «consente una riduzione fino al 50% dei costi di manutenzione degli impianti, in virtù delle metodologie predittive, e un’estensione del 20% del ciclo di vita delle macchine, grazie all'analisi immediata dei dati per gestire meglio i processi e i rischi».

«È fondamentale, però - prosegue - avere tre componenti non banali: le persone con le competenze, la disponibilità di investimenti in ricerca e sviluppo e un’infrastruttura di supporto. Diverse multinazionali stanno spostando il baricentro verso Paesi a basso costo: reagiscono così all’attuale momento del mercato. Anche noi lavoriamo sui costi; però il fatto che, per l’industrial automation, due centri di controllo da remoto siano qui a Genova è il segno che l’azienda punta sulla competenza delle persone e sulla qualità dei prodotti».

Prima, aggiunge, «è partito il centro a Molo Giano, nel 2017, e noi quest’anno abbiamo installato il nuovo Coc a Sestri, che è il primo di energia e water in assoluto nel mondo. Questo è un bel messaggio del gruppo, che investe nei posti dove ci sono le competenze. Seguirà un altro centro in Germania (entro l’estate, ndr) e uno a Singapore (entro fine anno, ndr)». Nel 2017, su 2 miliardi di fatturato registrati da Abb in Italia, gli investimenti realizzati dall’azienda in ricerca e sviluppo nel Paese sono stati pari al 3,2% dei ricavi.

Moresco aggiunge che «il passaggio in più che si è fatto, rispetto ai sistemi di controllo da remoto del passato, è che all’interno del Coc devi avere non solo esperti di automazione ma anche, ad esempio, di processo, capaci di controllare una turbina a gas o una a vapore, e poi esperti di cybersecurity». Non a caso negli stabilimenti di Genova lavorano 383 dipendenti (una settantina di questi a Molo Giano) e oltre il 50% delle persone della divisione power generation è laureato in ingegneria, mentre il 6% ha una laurea in economia. Tra gli assunti più recenti, peraltro, il 50% è laureato in informatica (il resto in ingegneria).

Per quanto riguarda lo shipping, spiegano i tecnici di Abb marine & ports, sulle navi un sistema attivo di collegamento e assistenza da remoto è fondamentale. «È un’esigenza – dicono - molto sentita e richiesta dagli armatori» ed è uno dei motivi per cui il Coc di Molo Giano è unico in Italia ma non è stato il primo centro Abb marine & ports ad aprire nel mondo. «A Genova, comunque - ricorda Moresco - abbiamo l’expertise che arriva da un’esperienza ventennale, in particolare sulle navi da crociera e sui megayacht».

Recentemente, grazie alla tecnologia dei Coc, una nave che era in pieno oceano e aveva perso l’apparato di propulsione è riuscita a ripartire e tornare in porto. Il problema che aveva causato il guasto era una scheda da sostituire.

«Gli uomini a bordo della nave - raccontano i tecnici - tramite il supporto dei nostri colleghi della Coc norvegese, che li hanno guidati nel cambiare il componente con gli occhiali a realtà aumentata, sono riusciti a far ripartire il drive di propulsione. Si sono evitati così costi molto maggiori, ad esempio di rimorchio, e si è risolto un problema di sicurezza per l’equipaggio, che si trovava su una nave in balia del mare».

Per lo shipping Abb marine & ports lavora sul processo di gestione tecnica della nave ma segue anche un filone di supporto al processo delle operazioni di navigazione. Questo sistema di advisory, che si installa sul ponte di comando e si chiama Octopus, raccogliendo informazioni da diversi sensori della nave, permette di calcolare la rotta e la gestione dell’assetto in maniera migliore. È anche collegato con le stazioni meteorologiche e avvisa quando si va verso una tempesta, suggerendo rotte alternative. Anche se la decisione finale sulla rotta ovviamente spetta al comandante.

A Genova, infine, Abb ha aperto nel 2017 anche la Marine Academy. Si tratta di un centro di training dove vengono formate le competenze delle persone a bordo che, in caso di necessità, si devono interfacciare con i collaborative operations center.

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